Corriere della Sera - La Lettura
Alla riscoperta del Genovesino e della pittura come scenografia
La mostra del Genovesino alla Pinacoteca Ala Ponzone di Cremona (fino al 6 gennaio, mostragenovesino.it) è il genere di mostre che Roberto Longhi raccomandava: di ricognizione di un territorio e di rivalutazione critica. Non a caso l’esposizione omaggia Mina Gregori, la studiosa allieva di Longhi cui si devono i primi studi moderni su Luigi Miradori detto il Genovesino (1605 circa-1656). In cerca di successi, a trent’anni il pittore si era trasferito a Piacenza. Quindi, funestato da disgrazie familiari, si era stabilito nella Cremona spagnola, dove trovò la protezione del governatore e castellano don Álvaro de Quiñones. In patria aveva fatto in tempo a vedere opere dello Strozzi, in Lombardia ammirò il Morazzone e il Cerano, mentre dalle stampe attingeva pretesti per una narrazione teatrale (sopra: Riposo nella fuga di Egitto, 1651 circa) . Le grandi composizioni mobilitano folle agitate entro grandi architetture, i ritratti esibiscono un esagerato spagnolismo, le storie sacre un vero fervore. (carlo bertelli)