Via le poltrone o tutto dipinto di giallo I registi propongono e io dispongo

Una carriera quasi tutta «a bottega», quella di Enrico Isola, 49 anni, studi di Belle arti e dal 1998 direttore tecnico di Ravenna Teatro. «Prima sono stato tecnico del Teatro delle Albe e ho davvero imparato tanto — dice — mentre ora che apriamo per oltre 200 date all’anno ho la gestione dello spazio e quella del personale. Su 300 dipendenti in tutto, nel settore tecnico siamo in 8: non tanti, diciamo giusti. Perché ospitiamo le compagnie esterne ma siamo anche un centro di produzione. Con un laboratorio per le scenografie. Ma quando arrivano a Ravenna spettacoli come quelli di Bob Wilson, allora occorre prolungare il palco e affrontare altre emergenze tecniche. Ne vale la pena, però». Ma un’emergenza resta una emergenza. La squadra coordinata da Enrico Isola che cosa fa in questi casi? Toglie anche file di poltrone per far spazio? «Non solo. Per uno spettacolo dell’artista Jannis Kounellis abbiamo dovuto inserire nuove travi, collocate a due millimetri dal pavimento, modificando la struttura dell’assetto del graticcio, cioè quel perimetro alloggiato in cima alla torre scenica». E con un altro vostro ospite di rango come Peter Stein? «Abbiamo verniciato il palco, tutto il palco, di “giallo Venezia” (un giallo pallido, ndr). Insomma, quando una cosa non c’è, noi la realizziamo. Fosse anche un chiodo speciale». Ravenna vuol dire anche la presenza del maestro Riccardo Muti. Il quale si fa vedere agli spettacoli della stagione? «A volte sì. E una piccola emozione la avvertiamo sempre. Anche se ci frequentiamo da trent’anni e conosciamo la sua attività musicale e la sua affabilità».

Enrico Isola (49 anni) è direttore tecnico di Ravenna Teatro: 200 spettacoli all’anno