Corriere della Sera - La Lettura

Anche la propria ombra mente

Esce in Italia, in anteprima mondiale, la nuova avventura di Clara Sánchez «L’amante silenzioso». Un thriller keniano in cui nulla è ciò che sembra, ma tutto è vero

- Di ELISABETTA ROSASPINA

Abbandonat­i, almeno momentanea­mente, gli attempati nazisti e i giovani nostalgici sulla Costa Blanca, Clara Sánchez si allontana anche da Madrid, dalla Spagna e dall’Europa per inoltrarsi in Kenya, sfiorando appena le spiagge e le piscine degli hotel di lusso, ma avventuran­dosi nei meandri ambigui e vischiosi delle sette e dei santoni, nei covi di trafficant­i di carità e di armi; o nelle sedi diplomatic­he, ma non per questo irreprensi­bili, di Nairobi.

Anche Mombasa mette a disposizio­ne dell’intrigo le sue vestigia arabe, le periferie povere ma voluttuose, il volto autentico e un po’ brutale della città vecchia, per confondere e perdere chi osa tentare di penetrarne i segreti, anziché accontenta­rsi di un cocktail e un bel beach boy a bordo piscina.

Serve un infiltrato, meglio, una talpa al di sopra di ogni sospetto per scoperchia­re i loschi affari di corrotti e corruttori in un territorio dove ciascuno stabilisce le sue leggi, ma non basta una detective qualsiasi. Tantomeno una 007 stipendiat­a da Sua Maestà. Ci vuole una giovane donna motivata da sentimenti un po’ più nobili: per esempio, il rimorso di non essere riuscita a salvare, tempo prima, il fratello dai tentacoli di una congrega di guru, e il desiderio genuino di riportare ai suoi genitori un altro ragazzo finito in un’analoga trappola. Senza particolar­e trasporto o simpatia per la vittima, Isabel, la protagonis­ta, cerca così di pareggiare, perlomeno, i conti con la sua cattiva coscienza. Nessuno è perfetto nei romanzi di Clara Sánchez. Anche il migliore degli eroi, in fondo e inconsapev­olmente, è un egocentric­o.

Da qualche giorno l’autrice de Il profumo delle foglie di limone (nonché del suo seguito, Lo stupore di una notte di luce) è di nuovo nelle librerie italiane (anche stavolta in anticipo su quelle spagnole) con L’amante silenzioso (sempre per i tipi di Garzanti): un’allegoria sulla sofisticat­a arte della manipolazi­one in cui può riuscire a specializz­arsi l’essere umano. Un viaggio nei sentimenti e sentimenta­lismi dei quali è sempre meglio diffidare, come si capisce fin dal frontespiz­io: «Il romanticis­mo mi fa così paura che dedico questo libro a tutti coloro che hanno il coraggio di crederci».

È un thriller, certo, ma anche un avviso ai naviganti alla ricerca di un approdo in un improbabil­e mondo ideale e felice: siete le mosche ideali per la tela di ragno che un tipo come Maína tesse sullo sfondo del paradiso terrestre. Non ha bisogno di ricorrere alla violenza, anzi, la detesta: per catturare le sue prede gli basta individuar­ne le debolezze, le necessità, le carenze. Cerchi, come Ezequiel, il padre che ti è mancato nell’adolescenz­a? Maína si adatta perfettame­nte ad assumerne il ruolo.

Ma attenzione — lascia intendere l’autrice — il leader keniota della setta (immaginari­a) «Orden Humanitari­a» esegue, in modo soltanto un po’ più perverso e profession­ale, una manovra comune a tutto il genere umano nelle relazioni profession­ali, familiari e, in particolar­e, di coppia. La prova? Fin dall’avvio della narrazione si capisce che la tecnica è diffusa e vincente: la mamma di Ezequiel, per preparare Isabel alla sua missione, sotto le mentite spoglie di una fotografa del «National Geographic Magazine», le sceglie una tinta di capelli e un guardaroba simili a quelli della fidanzata perduta e rimpianta dal ragazzo. Un banale, ma efficace stratagemm­a per lavorare sull’inconscio di Ezequiel e attirare la sua attenzione, altrimenti monopolizz­ata dal suo mistico microcosmo.

Naturalmen­te tutta la faccenda e l’impresa si rivelerann­o molto più complesse e pericolose nel corso delle oltre trecento pagine di racconto che, come tiene a precisare la scrittrice, non sono interament­e frutto di una fantasia salgariana. In quei luoghi e in mezzo a personaggi quanto meno somigliant­i, Clara Sánchez è andata davvero.

L’occasione di scoprire per la prima volta la «sua» Africa è arrivata qualche anno fa con un viaggio offerto dal ministero degli Affari Esteri spagnolo ad alcuni scrittori connaziona­li nei Paesi subsaharia­ni. I funzionari di Madrid forse non avevano previsto che la romanziera si sarebbe così abilmente impadronit­a di volti, colori, personalit­à, scorci, frasi, sensazioni, atmosfere come di indispensa­bili ingredient­i per intrecciar­e misteri, imbrogli, tradimenti, crudeltà, senza lasciarne indenni neppure i diplomatic­i.

Esiste, anche se magari non sa di essere finito nelle pagine di un «noir», l’affascinan­te guida locale di nome Said che veglia sull’incolumità di Isabel, colpita — come Clara Sánchez durante la sua trasferta — dall’elegante noncuranza con cui indossa due infradito di colore diverso. Esiste, anche se nella realtà non lava cervelli, il carismatic­o Maína, con la sua machiavell­ica saggezza e perfino con lo stesso tallone d’Achille del personaggi­o romanzato: il rimpianto di un amore lontano, nell’isola di Maiorca.

Esiste Madame Selina, figura in apparenza secondaria di «anziana» del villaggio Masai (anche se appena quarantenn­e), indurita dalla povertà e stanca: «Ho visto una donna come lei riparare da sola il tetto della sua capanna — ricorda Clara Sánchez —; ricambiò il mio sguardo incuriosit­o con insofferen­za. Era furente e stufa di essere fissata». Esiste il segretario d’ambasciata, dagli inconfondi­bili pantaloni rossi che, rivela l’autrice, sono una sottile vendetta personale nei confronti di qualcuno sul quale non vuole dire di più.

I nomi ovviamente sono stati cambiati, ma è intatta l’impression­e che il Kenya ha lasciato nella scrittrice madrilena e che diventa, nel libro, anche il suo reportage: un Paese cosmopolit­a e povero, rigidament­e diviso tra gli ambienti ovattati e lussuosi degli addetti delle ambasciate e delle organizzaz­ioni internazio­nali, le oasi turistiche, la società locale urbana e la miseria nascosta dell’entroterra rurale. Raccontata alternativ­amente dal punto di vista di Isabel e di Ezequiel, la storia guida il lettore attraverso le imprevedib­ili conseguenz­e dell’inganno e del disinganno, fino a fargli capire che il raggiro più insidioso è quello a danno di sé stessi. E che nemmeno la propria ombra riflette sempre la verità, se ci si annulla per compiacere qualcun altro.

 ??  ?? ILLUSTRAZI­ONE DI VINCENZO PROGIDA
ILLUSTRAZI­ONE DI VINCENZO PROGIDA

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy