Corriere della Sera - La Lettura

L’antimateri­a degli elettroni avvistata nell’uragano Patricia

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L’uragano Patricia di categoria 5, che colpì le coste messicane sul Pacifico nel 2015, ha stabilito due primati. È stato il più forte della storia nell’emisfero occidental­e, con raffiche fino a 345 chilometri all’ora. E ha permesso di osservare per la prima volta un flusso discendent­e composto da positroni. I positroni sono l’antipartic­ella degli elettroni, in pratica elettroni con carica positiva, la loro antimateri­a. Nel 1994 per la prima volta vennero osservati flash di raggi gamma ad alta energia di origine terrestre (Tgf) grazie a un telescopio spaziale. Fino ad allora i lampi gamma erano stati visti solo in corrispond­enza di buchi neri o stelle di neutroni. Si scoprì, quindi, che quando si scarica un fulmine i campi elettrici creati dalle tempeste accelerano gli elettroni quasi alla velocità della luce. Lo scontro con gli atomi dell’atmosfera produce a cascata i lampi gamma. Questi ultimi a loro volta interagisc­ono con i nuclei degli atomi dando origine a un elettrone e a un positrone. Dato che hanno carica elettrica opposta, il modello teorico prevede che venga sparato verso lo spazio un flusso di elettroni, mentre dalla parte opposta, verso il suolo, si dirige un fascio di positroni. «Finora il raggio di positroni diretto verso la Terra non era mai stato osservato direttamen­te», ha detto David Smith, professore all’Università della California di Santa Cruz e cofirmatar­io dell’articolo uscito il 17 maggio sul «Journal of Geophysica­l Research: Atmosphere­s». Il flusso è stato rilevato a un’altezza di 2.500 metri da uno strumento a bordo di un aereo speciale che passò nell’occhio del ciclone Patricia. Ma gli scienziati avvertono che molto resta da scoprire sul meccanismo che scatena i Tgf.

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L'uragano Patricia agli infrarossi (Cimss)

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