Corriere della Sera - La Lettura
Leopardianamente Carver
Anna De Simone trova il recanatese nel Novecento
Approfondire Leopardi attraverso echi, suggestioni, spunti, atmosfere presenti nell’analisi di diversi poeti italiani del Novecento in lingua e in dialetto. Con l’inizio e la fine di tale disanima critica segnata da due autori americani: si parte da una poesia d’amore di Emily Dickinson per terminare con la lirica Attesa (senza fine) di Raymond Carver.
Questo è l’obiettivo del volume che Anna De Simone ha costruito in anni di intenso studio, mettendo a confronto testi leopardiani a quelli di poeti dell’ultimo secolo che avessero quale riferimento etico oppure estetico la forza evocativa delle immagini del grande recanatese. A cominciare dai versi torbidi e disperanti di Saba e alla tensione lirica in vernacolo triestino di Virgilio Giotti. Per proseguire con Ungaretti, le inquietudini da martirio di Rebora, la solitudine amara di Sbarbaro, la Natura miracolosa di Quasimodo, il sentimento del nulla in Montale, il più vicino al pessimismo leopardiano. E poi la luna in penombra di Lalla Romano, Luzi, Daria Menicanti, Caproni, Antonia Pozzi, Sereni, Merini, Zanzotto, De Angelis, Damiani, Alessandro Fo, Villalta, Cappello. Mentre tra i dialettali troviamo Biagio Marin, Franca Grisoni, Roberto Pennisi, Claudio Grisancich e Franco Loi.