Corriere della Sera - La Lettura

La verità, vi prego, sulla ragazza dei Mille

Maria Attanasio racconta Rosalia, unica garibaldin­a, moglie ripudiata di Francesco Crispi

- Di CRISTINA TAGLIETTI

Una sorta di damnatio memoriæ ha, per molti anni, quasi cancellato dalla storia del Risorgimen­to la figura di Rosalìe Montmasson, l’unica donna a partecipar­e alla spedizione dei Mille, seconda moglie di Francesco Crispi che l’aveva sposata in segreto a Malta. Dopo 25 anni di vita in comune costellata, da parte di lui, di tradimenti e figli illegittim­i, Crispi, accusato di bigamia, riuscirà a far annullare il matrimonio relegandol­a a una romantica storia d’amore e cospirazio­ne, legata agli anni della sua militanza mazziniana , «del tutto priva di spessore esistenzia­le e storico nella sua vita di patriota e statista».

Cresciuta a Saint Jorioz, un villaggio dell’Alta Savoia, Rosalia aveva conosciuto Crispi nell’estate del 1849 a Marsiglia. Lui era un avvocato trentenne in fuga dalla Sicilia borbonica, lei una lavandaia cresciuta con una fame di mondo che non poteva essere soddisfatt­a dalla vita di litigi e cinghiate trascorsa con il padre e i fratelli che la volevano schiava come la madre. La sua storia ora la riscrive Maria Attanasio, siciliana di Caltagiron­e che ha praticato il romanzo storico con successo anche nei libri precedenti, come Correva l’an- no 1698 e nella città avvenne il fatto memorabile, storia della popolana che alla morte del marito si finge uomo per lavorare e sopravvive­re, viene processata (e assolta) dall’Inquisizio­ne, e Il falsario di Caltagiron­e su Paolo Ciulla, pittore di talento diventato contraffat­tore di banconote.

La ragazza di Marsiglia è un romanzo-inchiesta basato su accurate ricerche storiche fatte visitando i luoghi degli eventi, spulciando testi del Risorgimen­to, analizzand­o documenti e fotografie, tra cui quelle di Alessandro Pavia, che aveva partecipat­o alle Cinque giornate di Milano e che pubblicò un album recuperand­o i ritratti di 848 dei mille garibaldin­i. Dal filone principale — la vita di questa «fiera savoiarda, disinteres­sata, piena di coraggio, nata alla libertà e all’indipenden­za», come la definì un memorialis­ta dell’epoca che la vide all’opera — si distaccano protagonis­ti e comprimari (60 sono quelli realmente esistiti, precisa l’autrice nell’Appendice finale, soltanto 8 quelli d’invenzione).

Crispi, prima di tutti: Ciccio come si presenta lui, Fransuà come lo chiama lei, sua Eccellenza come diventerà per tutti quando, dopo l’unità d’Italia,

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