Corriere della Sera - La Lettura

SI ALLARGA IL DIVARIO FRA TRENTO E BOLZANO

- Di GIOVANNI BERNARDINI

Nelle terre ex asburgiche è tempo di elezioni. Che plausibilm­ente il 21 ottobre confermera­nno l’Alto Adige/Südtirol e il Trentino come microcosmi politici scarsament­e comunicant­i. Nella provincia di Bolzano le incertezze riguardano le dimensioni del consenso con cui la Svp preserverà la sua eterna centralità, e la scelta dei nuovi partner di governo in caso di tracollo del piccolo Pd locale. Più a sud, la sconfitta delle politiche di marzo ha provocato gravi divisioni nel «centrosini­stra autonomist­a», che guida la provincia da vent’anni, e sembra spalancare le porte a un centrodest­ra a trazione leghista. Le marcate dinamiche locali si contrappon­gono dunque all’apparente omologazio­ne del Trentino alle tendenze comuni al Nordest.

Eppure gli ultimi anni avevano visto una collaboraz­ione importante fra le due giunte provincial­i per arginare la marea sovranista, in una terra per cui la blindatura delle frontiere è da sempre premessa di disastri. In questa direzione andavano la cooperazio­ne «euroregion­ale» col Tirolo austriaco, le critiche alle esibizioni muscolari al Brennero, il continuo richiamo all’imprescind­ibile ancoraggio europeo per le piccole autonomie locali, persino l’accoglienz­a prudente riservata alle provocazio­ni di Vienna sulla concession­e del doppio passaporto agli altoatesin­i. Ciò che seguirà il verdetto di ottobre dirà con chiarezza se la linea di un sobrio realismo cederà il passo a nuovi nazionalis­mi da parata o persino a folklorist­iche aspirazion­i (neo)asburgiche.

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