Corriere della Sera - La Lettura
SI ALLARGA IL DIVARIO FRA TRENTO E BOLZANO
Nelle terre ex asburgiche è tempo di elezioni. Che plausibilmente il 21 ottobre confermeranno l’Alto Adige/Südtirol e il Trentino come microcosmi politici scarsamente comunicanti. Nella provincia di Bolzano le incertezze riguardano le dimensioni del consenso con cui la Svp preserverà la sua eterna centralità, e la scelta dei nuovi partner di governo in caso di tracollo del piccolo Pd locale. Più a sud, la sconfitta delle politiche di marzo ha provocato gravi divisioni nel «centrosinistra autonomista», che guida la provincia da vent’anni, e sembra spalancare le porte a un centrodestra a trazione leghista. Le marcate dinamiche locali si contrappongono dunque all’apparente omologazione del Trentino alle tendenze comuni al Nordest.
Eppure gli ultimi anni avevano visto una collaborazione importante fra le due giunte provinciali per arginare la marea sovranista, in una terra per cui la blindatura delle frontiere è da sempre premessa di disastri. In questa direzione andavano la cooperazione «euroregionale» col Tirolo austriaco, le critiche alle esibizioni muscolari al Brennero, il continuo richiamo all’imprescindibile ancoraggio europeo per le piccole autonomie locali, persino l’accoglienza prudente riservata alle provocazioni di Vienna sulla concessione del doppio passaporto agli altoatesini. Ciò che seguirà il verdetto di ottobre dirà con chiarezza se la linea di un sobrio realismo cederà il passo a nuovi nazionalismi da parata o persino a folkloristiche aspirazioni (neo)asburgiche.