Corriere della Sera - La Lettura

Il cuore nero del villaggio abita nel bosco

La svedese Camilla Grebe penetra negli incubi di una piccola comunità, mentre l’americano Michael Connelly lancia la poliziotta Ballard accanto al suo personaggi­o-feticcio

- Di LUIGI OFFEDDU

Ormberg, dice la sua gente, è «il paese più noioso del mondo, dove tutti i giorni sono uguali e non capita mai niente». Ma in quel paese una bambina sta sepolta nella foresta sotto un mucchio di pietre, i resti di un tempio preistoric­o, con le braccia incrociate sul petto. Qualcuno l’ha uccisa nel 1994. La trovano dei ragazzi dopo 15 anni, credendo di scoprire una vecchia ciotola: «La ciotola non era una ciotola. Il muschio non era muschio. Era un cranio con lunghi capelli scuri». E dopo altri 8 anni, in quello stesso luogo, con il volto sfigurato da una pietra, muore anche una profuga musulmana. Anche lei con le braccia incrociate sul petto.

Ormberg è «il paese più noioso del mondo». Luogo immaginari­o ma non troppo nella Svezia di oggi, ha fabbriche abbandonat­e, neve, un povero «scemo del villaggio» che non ha mai fatto paura a nessuno. Ha «l’oscurità violenta delle notti d’inverno e la luce spietata dell’estate». E «la sensazione che sia tutto finito, nonostante non sia nemmeno cominciato niente». Solitudine. I crepuscoli viola di Ingmar Bergman. Gli abeti che ti osservano. Alle tre di un pomeriggio di dicembre, la tenebra.

Eppure a uccidere non può essere stato qualcuno di qui, assicura la voce del popolo, qui ci conosciamo tutti. Così i sospetti grandinano su un locale centro di raccolta per immigrati. Nelle classifich­e Ue, fra i Paesi meno razzisti c’è da sempre la Svezia. A ragione. Ma anche la Svezia sta forse cambiando. E questo Animali nel buio, nuovo giallo di Camilla Grebe inserito nella consolidat­a tradizione dei mistery nordici (Einaudi Stile libero), accende una luce diversa su certi aspetti della sua società. Anche perché si rivela molto più di un giallo.

È la quindicenn­e Malin a scoprire il piccolo cranio nel bosco, sotto la luna piena. Inizia il cold case, la caccia alla soluzione di un antico mistero. Passa qualche anno, Malin si arruola nella polizia e diventa una delle voci nel coro che dà vita al romanzo. C’è Jake, ragazzino tormentato dai bulli ma soprattutt­o dalla sua incertezza sessuale, che chiama «la mia malattia»: «È come se non volesse lasciarmi in pace, come un cucciolo ostinato che mi segue tutto il tempo mordicchia­ndomi le caviglie». Jake si traveste di nascosto con gli abiti della madre morta: Ma «è malato, ripugnante e sbagliato. È contro Dio, contro natura e contro tutte le leggi non scritte di Ormberg… Perché va bene picchiare e legare le donne, ma vestirsi come loro, quello no. Almeno non a Ormberg».

Una notte, in quelle vesti, Jake incontra nel bosco Hanne, vagabonda e confusa. È una criminolog­a inviata a Ormberg con Peter, il suo compagno poliziotto, per indagare sulla morte della bambina. «La più brava, una strega», dicono i suoi colleghi. Ma soffre anche di demenza senile, e lo sa già. Scrive in un taccuino: «Questo è il diario della mia lenta scomparsa. Non fisica, ma figurata — perché ogni giorno che passa mi sembra di scivolare sempre più nella nebbia. Cosa diventerò quando non sarò più Hanne? Quando quello che sono — i miei ricordi, la mia storia — sarà sbiadito fino a confonders­i nella nebbia della malattia? Cosa sarò allora? Un corpo senz’anima? Un’anima senza un corpo funzionant­e? Un pezzo di carne col sangue che scorre nelle vene?».

Hanne continua però a collaborar­e alle indagini. Nel frattempo, il suo compagno Peter scompare misteriosa­mente, Malin scopre che nel paesino dove «non capita mai niente» vivono anche un uomo che ha cercato di uccidere la moglie chiudendol­a in una sauna bollente e un pedofilo dichiarato. Continuano a piovere le accuse contro i migranti. E un giorno, Malin si sfoga con i colleghi Manfred e Andreas. Nella sua voce riecheggia anche quella di certi svedesi contempora­nei: «Ormberg è una piccola comunità, per qualche ragione il comune ha deciso di piazzare cento arabi in mezzo al bosco e alla gente del luogo. Cento persone che vengono da Paesi con valori completame­nte diversi, che hanno vissuto guerre, torture e orrori e che qui ottengono tutto l’aiuto possibile, un tetto sulla testa, cibo, sussidi e istruzione… La gente a Ormberg non ha avuto vita facile. Questa è sempre stata una zona in via di spopolamen­to. Le fabbriche hanno chiuso e si sono trasferite in Asia. L’ufficio postale ha chiuso, l’asilo ha chiuso… È ovvio che vivano come una provocazio­ne l’arrivo di immigrati che vengono serviti e riveriti e che hanno pure tutta una serie di pretese: personale che parli arabo al centro medico di Vingåker, orari speciali in piscina per le donne». E ancora: «Non c’è nessuno che aiuti la gente di qui. Bisognerà pure pensare a casa propria prima di andare ad aiutare il resto del mondo, o no?».

Alcuni, conclude Malin, dicono che i migranti po- trebbero tornare nei loro Paesi: «E in parte la penso come loro».

Le indagini continuano. La tensione nel paesino arriva al massimo e il libro la racconta con pagine affilate, potenti. Un giorno viene appesa una testa di maiale sanguinole­nta nel centro di raccolta per migranti, truce messaggio per i musulmani; un altro viene arrestato il padre di Jake, aspirante «vigilante». Jake gioca la sua vita per salvarlo. Sarà lui, che ama vestirsi in gonne e paillettes, l’incarnazio­ne del coraggio virile. La soluzione di tutto arriverà come un tuono. Una sorpresa sconvolgen­te: il passato, e il presente, si rivelerann­o ancora più feroci di quanto ci si sarebbe potuto attendere. «Viviamo tempi bui. La quantità odierna di migranti — scrive Grebe in una nota finale — non si è mai vista nella storia. E i grandi flussi migratori si lasciano dietro scie di ostilità, conflitti e paure… Forse anche voi vivete a Ormberg senza saperlo… Ormberg è piú una condizione mentale che un luogo geografico... “Sarebbe potuto toccare a te di fuggire dalla guerra e dalla fame”, dice Andreas a Malin: è questo il semplice ma importante messaggio che voglio lanciare con Animali nel buio ». Forse, gli animali al buio di questo secolo siamo già tutti noi.

Nel paese più noioso del mondo Una bambina sta sepolta nella foresta. La trovano dopo 15 anni, credendo di scoprire una ciotola. Ma «non era una ciotola. Il muschio non era muschio: era un cranio con lunghi capelli scuri»

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 ??  ?? CAMILLA GREBE Animali nel buio Traduzione di Sara Culeddu EINAUDI STILE LIBERO Pagine 429, € 19,50 In libreria dell’11 settembreL’autrice Camilla Grebe (Älvsjö, Svezia, 1968) è laureata alla Scuola di Studi economici di Stoccolma e ha intrapreso diverse attività imprendito­riali, fondando fra l’altro la casa editrice di audio book Story Side. Sorella della psicologa e scrittrice Åsa Träff, è cresciuta a Älvsjö, un sobborgo di Stoccolma: insieme, per Piemme, hanno pubblicato nel 2012 il thriller Nel buio; la protagonis­ta, Siri Bergman, ritorna nel secondo romanzo a quattro mani, Trauma (Piemme, 2013). Della sola Grebe è uscito l’anno scorso La sconosciut­a (Einaudi Stile libero)
CAMILLA GREBE Animali nel buio Traduzione di Sara Culeddu EINAUDI STILE LIBERO Pagine 429, € 19,50 In libreria dell’11 settembreL’autrice Camilla Grebe (Älvsjö, Svezia, 1968) è laureata alla Scuola di Studi economici di Stoccolma e ha intrapreso diverse attività imprendito­riali, fondando fra l’altro la casa editrice di audio book Story Side. Sorella della psicologa e scrittrice Åsa Träff, è cresciuta a Älvsjö, un sobborgo di Stoccolma: insieme, per Piemme, hanno pubblicato nel 2012 il thriller Nel buio; la protagonis­ta, Siri Bergman, ritorna nel secondo romanzo a quattro mani, Trauma (Piemme, 2013). Della sola Grebe è uscito l’anno scorso La sconosciut­a (Einaudi Stile libero)
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