Corriere della Sera - La Lettura
Storie di scaffali e di «vere ricchezze»
Kaouther Adimi narra la bottega cara a Camus. E ci sono tutti gli altri
Piccola, polverosa e dimenticata da Dio, al 2 bis di rue Hamani — un tempo rue Charras — ad Algeri si trova una libreria che custodisce un pezzo di storia della letteratura. E una scritta, in arabo e francese: «Un uomo che legge ne vale due». Aperta nel 1936 dall’editore e libraio Edmond Charlot (19152004), « Les Vraies Richesses » (Le vere ricchezze) è un’officina culturale, dove si incontrano scrittori come Antoine de Saint-Exupéry, André Gide e Albert Camus, che qui stampò il suo primo libro, Il rovescio e il diritto, nel 1937. Dalla vera storia di questo luogo leggendario nasce La libreria della rue Charras (traduzione di Francesca Bononi, L’Orma, pagine 195,
16) di Kaouther Adimi (Algeri, 1986), che tra storia e finzione ricostruisce le vicende di Charlot, negli anni Trenta, e le sorti odierne della libreria, quando il giovane Ryad si ritrova a svuotarne gli interni prima della vendita, ripercorrendone la storia. Vincitore di numerosi premi, il volume è un tributo d’amore alla letteratura e ad Algeri, città vibrante, che porta ancora sui muri delle case le ferite dei proiettili della sua storia recente. E questo di Adimi non è che il più recente di tanti romanzi che hanno raccontato storie di volumi, biblioteche e librai. Come Storia di una ladra di libri (traduzione di Gian Maria Giughese, Frassinelli) di Markus Zusak, ripubblicato nel 2014 in occasione dell’uscita del film omonimo (regia di Brian Percival), 8 milioni di copie nel mondo. Recenti sono invece La libreria dove tutto è possibile di Stephanie Butland (traduzione di Elisabetta Valdré, Garzanti), storia di una libraia di New York e dei misteriosi volumi che qualcuno le invia e Rosso barocco. Le indagini del libraio Ettore Misericordia di Max Morini e Francesco Morini (Newton Compton), seconda puntata della saga dedicata alle inchieste del libraio romano.