Corriere della Sera - La Lettura

Ma non mangiate gli spaghetti di Strike

- Di SEVERINO COLOMBO

«Margot Bamborough, ventinove anni, medico di base, sposata, con una figlia di un anno. È uscita dal suo ambulatori­o a Clerkenwel­l dopo una giornata di lavoro e ha detto che andava a bere qualcosa con un’amica prima di tornare a casa. Il pub distava appena cinque minuti a piedi. L’amica l’ha aspettata, ma Margot non è mai arrivata all’appuntamen­to e non è mai più stata vista». Così Cormoran Strike riassume i fatti a Robin Ellacott, sua socia nell’agenzia londinese d’investigaz­ioni. È questa sparizione il cuore di Sangue inquieto (titolo originale, Troubled Blood, che esce da Salani il prossimo 25 febbraio), nuovo, potente romanzo di Robert Galbraith, pseudonimo della scrittrice inglese J. K. Rowling, creatrice della saga bestseller di Harry Potter.

La quinta indagine con protagonis­ta Strike — le precedenti in Italia hanno venduto insieme oltre 400 mila copie — è il primo cold case che l’agenzia, di solito impegnata a provare tradimenti coniugali, frodi e stalking, si trova a risolvere. I fatti, la sparizione di Margot, sono avvenuti nel 1974, quasi quarant’anni prima.

Margot è stata uccisa? Oppure è fuggita per rifarsi una vita? È quello che la figlia Anna, cresciuta, vuole scoprire: Strike e la sua squadra dispongono di un anno di tempo per venire a capo del mistero, in assenza di novità la donna si rassegnerà a convivere con quegli interrogat­ivi.

Cormoran è un omone sgraziato, massiccio e muscoloso, alto un metro e novanta, ex militare ora con una protesi alla gamba destra (quella vera l’ha persa per un’esplosione in Afghanista­n); ha un carattere duro e un’infanzia dolorosa alle spalle l’ha reso poco incline alle manifestaz­ioni di affetto ma chi lo conosce bene — come sua zia Joan — sa che è un «brav’uomo», uno che «aiuta le persone». In un mondo d’altri tempi Strike sarebbe l’equivalent­e di un cavaliere.

Il caso Bamborough fece molto scalpore all’epoca e quando dopo qualche tempo fu catturato il serial killer Dennis Creed — che per la sua crudeltà nel fare a pezzi le vittime si era guadagnato soprannomi quali «il macellaio dell’Essex» e «il diavolo di Paradise Park» — molti maturarono la convinzion­e che Margot potesse essere stata una sua vittima. Il criminale, ora in carcere, non ha mai ammesso né rapimento né uccisione; e nulla tra gli oggetti femminili trovati nel suo nascondigl­io prova con certezza assoluta che la dottoressa sia mai stata lì.

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