Corriere della Sera - La Lettura
Dipinti a pois o rovesciati dalle onde La dura vita dei pianoforti sulle navi
e navi non sono ambienti vuoti, spesso accordiamo e ripariamo i pianoforti con orchestre in prova. Si scordano velocemente, subiscono tutte le vibrazioni dei motori che rovinano le tavole armoniche. Non parliamo poi degli sbalzi termici: molto dannosi quando a nave ferma i sistemi di condizionamento sono spenti». Stefano Storti, si prende cura con la sua azienda dei pianoforti sulle crociere da Genova a Venezia, Civitavecchia, Savona,
Ancona. Una professione iniziata dal negozio di strumenti musicali fondato dal bisnonno, violinista al Teatro Carlo Felice di Genova, e portata avanti dal padre Luciano. «Accordava sempre a orecchio, quando ero piccolo — ricorda Storti — lo seguivo a bordo, ai tempi delle navi Michelangelo e Raffaello». Storti ha visto pianoforti riversi e annegati. «Una volta un piano in plexiglass è stato distrutto dalle infiltrazioni d’acqua clorata della piscina al piano di sopra, ho trovato strumenti ribaltati sulla quinta fila del teatro per onde anomale. In passato, si usava anche verniciarli: le compagnie del Nord Europa li volevano sgargianti, non dimenticherò mai una tinta a pois gialli e viola». I tempi sono mutati, con l’emergenza sanitaria sempre meno tecnici sono disposti a lavorare. In più, da accordature ogni mese e mezzo si è passati a una ogni tre mesi. «Diventa più complicato, le corde già tendono a rilassarsi da loro, così ci vogliono anche due ore e mezza. E vengono acquistate sempre più tastiere digitali. La nave si è massificata: i musicisti ci dicono che da chi frequentava il ristorante ricevevano richieste per eseguire brani di classica. Ora, non avviene più».