Corriere della Sera - La Lettura
LA FORMULA BBC PER IL WEB
Tra l’incudine degli Stati, orientati a stringere le maglie della censura online, e il martello delle piattaforme, che praticano il censimento dei comportamenti digitali. Così è la società contemporanea descritta in Libertà vigilata (Treccani) da David Kaye, docente alla University of California e fino allo scorso anno Relatore speciale Onu per la promozione della libertà d’espressione. Se gli anni alle Nazioni Unite sono raccontati dall’autore come una testimonianza alla frontiera della difesa democratica, il testo è per Kaye l’occasione per interrogare con urgenza i lettori sul concetto stesso di libertà.
Non possiamo più limitarci alla ricerca di soluzioni tecnologiche e normative per proteggere i nostri dati dalla sorveglianza esercitata da governi e grandi compagnie web, spiega Kaye. Come cittadini abbiamo, invece, il dovere di andare in profondità chiedendoci che cosa può significare libertà in un mondo dominato dalle piattaforme dove a perdere centralità sono gli utenti, stretti nella morsa tra il potere crescente dei colossi di internet, la spinta alla regolamentazione prodotta dagli Stati occidentali e il controllo sugli spazi di espressione esercitato dai governi autoritari. E se una formula magica non c’è, Kaye individua soluzioni sperimentali a protezione della democrazia: trasparenza radicale, valutazione pubblica delle aziende e, soprattutto, adozione di un nuovo paradigma da parte dei governi.
Gli Stati sono infatti chiamati a superare l’approccio normativo e a progettare un’inedita forma di internet pubblico. Un servizio ispirato, ad esempio, al modello Bbc, in grado di offrire spazi per la comunicazione, il dibattito, l’informazione dei media indipendenti. La libertà di espressione è un’infrastruttura da promuovere con investimenti pubblici, spiega Kaye. Proteggerla non è semplice ma è un compito non più rinviabile.