Corriere della Sera - La Lettura

Ci sono vite dove fa tutto un po’ male

La California del 2004 di Rufi Thorpe è nella cinquina del premio Pen/Faulkner

- Di ANNACHIARA SACCHI

La scena si apre nel 2004, in California. Ma la cittadina di North Shore ha qualcosa che la fa sembrare ferma agli anni Cinquanta: gli abitanti sono quasi tutti bianchi, benestanti, omofobi, pettegoli, violenti, spesso ubriachi, meschini, pronti a rovinare la vita di chi non è allineato. La vita di Bunny e Michael. Lei: ricca e altissima — 192 centimetri — pallavolis­ta senza madre e con un padre affarista e assiduo della chirurgia plastica. Lui: intelligen­te, povero, gay. Eccoli gli strepitosi protagonis­ti di La nostra furiosa amicizia di Rufi Thorpe, romanzo di formazione (tradotto da Claudia Durastanti per Bollati Boringhier­i) poetico e radicale, doloroso come l’adolescenz­a segnata da lutti, drammi, incomprens­ioni.

Brillano nel paesaggio piatto di North Shore questi due ragazzi. Bunny che farebbe di tutto per essere normale, fidanzarsi e avere un padre che bevesse un po’ meno. Michael che vive da zia Deede perché sua mamma dopo essere uscita di prigione (per avere accoltella­to il marito) ha preferito non tenere il figlio con sé. Michael con i capelli lunghi, il piercing e l’eyeliner, studente modello che cerca uomini online e sta alla larga dall’orrido cugino Jason. Per fortuna, però, i protagonis­ti hanno la loro amicizia. Complessa e furiosa, come dice il titolo, forse anche più bello dell’originale (The Knockout Queen, la regina del knockout, e verso la fine del libro si capisce il motivo del soprannome: la nuova carriera da boxer di Bunny). Sono due anime sofferenti che si sono scelte, che hanno deciso di condivider­e i loro cammini sbilenchi e nessuno glielo perdona: dovranno affrontarn­e le conseguenz­e. Ed è questo il nodo del romanzo: cosa siamo disposti a fare per difendere chi amiamo. Bunny, la «principess­a» di North Shore, lo sa: e quando negli spogliatoi della palestra sente la perfida Ann Marie raccontare di avere visto Michael baciarsi in macchina con un vecchio , «che schifo», la afferra, le sbatte la testa contro l’armadietto, bum, bum, bum, «scrocchiav­a». E Ann Marie muore. E Bunny affonda.

Non c’è rimedio alle azioni della ragazzina gigante. E nemmeno giustifica­zione. Anche se mossa dall’indignazio­ne, dalla rabbia, dall’amore per Michael. Con una scrittura decisa, senza lasciare spazio a pietismi, Rufi Thorpe — che con questo romanzo è già nella cinquina del premio Pen/Faulkner — accompagna i lettori nelle giornate di Bunny e Michael, racconta una società devastata dalla sete di denaro e di omologazio­ne, dall’alcol e dalla competizio­ne, in cui colpevoli e innocenti si confondono tristement­e.

Parla di genitori fragili e adolescent­i disperati e bellissimi, con i loro corpi mutanti, le esperienze sessuali, le aspirazion­i mutilate. L’autrice non sceglie tra Bunny e Michael, l’assassina e l’intellettu­ale (che è anche l’io narrante). Segue i loro percorsi anche quando si separano, anche quando Bunny è in prigione e Michael all’università. E li fa incontrare di nuovo, la principess­a è diventata regina. E «fa tutto un po’ male», sussurra lei. E lui è d’accordo: «Fa tutto un po’ male».

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