Corriere della Sera - La Lettura
Aiutateci a trovare gli Introvabili
Una nuova collana di minimum fax ripesca dall’oblio testi di valore, classici mancati per un soffio, usciti dai cataloghi spesso a causa dei tempi frenetici del mercato editoriale, ma vivi. Anzi, chiede a lettori, librai e appassionati di contribuire alla ricerca e partecipare a una nobile gara per scegliere le prossime uscite. Si parte con un «romanzo dialogico» sulla Spagna alla vigilia dell’abisso franchista e l’affresco di una Genova vinta come la Sicilia dei «Malavoglia»
Una conversazione su «la Lettura» #507 del 15 agosto scorso ha affrontato il tema della «breve durata» della letteratura: editori, scrittori ed editor si sono confrontati intorno alla quantità di novità librarie pubblicate ogni anno (non solo in Italia) e all’inevitabile brevità della loro vita nelle librerie. Poche settimane, e subito il titolo è incalzato da altre novità, senza il tempo di conquistarsi un pubblico o di stuzzicare i curiosi con il passaparola. Anche se è un buon libro. O un ottimo libro.
Una collana che va controcorrente, e restituisce «durata» a libri scomparsi dai cataloghi da tempo, debutta l’11 novembre in libreria per l’editore minimum fax: si chiama «Introvabili», e propone titoli già usciti tempo fa e da anni irreperibili (se non per qualche esemplare usato), ma meritevoli di una nuova vera vita. Una forma di ecologia della letteratura che sceglie ciò che «ancora parla al presente», si tratti di romanzi, testi teatrali, saggi e altro, e lo riporta tra le novità. E che chiederà ai lettori di partecipare ai «recuperi» futuri, intervenendo nella scelta dei prossimi «Introvabili».
Sono libri significativi, lo si capisce dai due titoli che aprono la collana. Il primo è La veglia a Benicarló ,di Manuel Azaña, dramma teatrale o romanzo dialogico, scritto nel 1937 dall’ultimo presidente della Repubblica spagnola prima della vittoria franchista nel 1939 (e riproposto nella traduzione di Salvatore Girgenti e Leonardo Sciascia, che curò anche la prefazione). Testo politico, in cui un viaggio dei personaggi (un dirigente socialista, esponenti della società civile e comuni cittadini) si trasforma in una discussione sulla guerra, sui valori più importanti per il Paese, sul senso della catastrofe. Quanto mai attuale. Il secondo titolo, anch’esso in libreria l’11 novembre, è La bocca del lupo di Remigio Zena (nom de plume di Gaspare Invrea), affresco veristico del 1892 ambientato nella Genova di fine Ottocento, romanzo in cui la dura realtà dei quartieri popolari, della povertà estrema, insomma dei «vinti» cari a Giovanni Verga, si colora però di un tono ironico e di commedia. Anche se tutte le donne protagoniste della storia — la mamma Bricicca e le figlie Angela, Battistina e Marietta — in un ambiente distante, immorale e arido, finiscono male o malissimo.
Spiega Luca Briasco, direttore editoriale di minimum fax e ideatore della collana, curata da Alfredo Lavarini: «C’è una community che intorno a questa casa editrice è particolarmente forte, e c’è il desiderio di creare un maggiore coinvolgimento dei lettori. Coinvolgimento che con una collana come questa diventa molto importante. Poi, questa è una casa editrice fatta da lettori forti, tutti, io, i redattori, i commerciali: leggiamo tantissimo e ci siamo trovati più di una volta a parlare di libri che ci hanno lasciato qualcosa, che possediamo in una vecchissima edizione e che non si trovano più». Libri ancora vivi «che ci raccontino ancora qualcosa». O che «paradossalmente parlino meglio all’oggi che non all’epoca dell’uscita in Italia», conclude Briasco.
I titoli possibili, per il futuro, sono innumerevoli, tanto che si tratta di un lavoro di scelta, condotto in parte in autonomia dalla casa editrice, ma che coinvolgerà anche lettori e librai. «Prevediamo — spiega il curatore Lavarini — sei uscite annuali a blocchi di due libri; come indicazione di massima, dovremmo alternare italiani e stranieri». Il curatore non anticipa i prossimi autori scelti, per non bruciarli, ma fa sapere che «saranno un’italiana, un nordico e un russo; vorremmo recuperare anche letterature cosiddette minori». A parte la prefazione di Sciascia, acquisita con i diritti del libro di Azaña, spiega Lavarini che non ci saranno testi critici: «Vorremmo evitare di dare alla collana un taglio accademico, rendere i libri più fruibili. Sono agili, molto sobri anche dal punto di vista grafico. E sono cellophanati, per preservare l’oggetto libro, perché possa avere un futuro come oggetto da collezione».
Ed ecco come funzionerà la partecipazione dei lettori a questa collana «aperta»: «Stiamo costruendo sul nostro sito — conclude Briasco — una sezione completamente dedicata alla collana, in cui lettori, librai, tutti potranno segnalarci i loro personali introvabili. Sarà una forma di “nobile gara”. I libri che dovessero essere scelti per la pubblicazione riporteranno il nome del lettore che li ha segnalati: la citazione sarà espressa nel libro nei nostri titoli di coda, la parte che solitamente dedichiamo a tutti coloro che hanno lavorato all’edizione».
Libri restituiti alla memoria, insomma, insieme al nome di chi li ha letti, amati e scelti.