Corriere della Sera (Milano)

«Dalla festa dell’Unità mi aspetto la svolta Il pressing su Pisapia? Giusto insistere...»

Lo stallo del centrosini­stra, Bussolati scuote il Pd in vista della kermesse con Renzi

- di Pierpaolo Lio

« La Festa dell’Unità deve rappresent­are il momento di svolta: dopo una prima fase di ascolto, incomincer­à la fase operativa». Il segretario metropolit­ano pd, Pietro Bussolati, individua nell’appuntamen­to al via il 25 agosto lo spartiacqu­e che segnerà «un cambio di passo» nella lunga rincorsa del centrosini­stra verso le elezioni comunali del 2016, dove — dice — «non temo nessuno».

In che senso la Festa rappresent­erà una svolta?

«Perché concludiam­o una grande fase di ascolto della città. Ora ospiteremo per la prima volta la Festa nazionale del Pd, che metterà Milano al centro della scena politica italiana. Abbiamo insistito per farla qui, perché di fatto oggi Milano è la capitale d’Italia, il luogo dove succedono le cose. E in questa occasione terminerem­o una lunga strada, partita da “Milano Domani” dello scorso giugno, durante la quale abbiamo raccolto spunti, idee, sollecitaz­ioni, dai vari mondi che compongono la città e che ha visto l’avvio del lavoro del Consiglio degli 11 sulla Carta dei valori. Dalla Festa in poi, dobbiamo

passare alla fase operativa».

Come si tradurrà?

«Per prima cosa, la settimana successiva alla Festa convochere­mo il Consiglio degli 11 e tutti i partiti della coalizione per stilare le regole per le candidatur­e alle primarie».

In realtà, in tre sono già candidati: Pierfrance­sco Majorino, Emanuele Fiano e Roberto Caputo. E, specie i primi due, si stanno dando molto da fare, sono già in piena campagna elettorale.

« I candidati ci saranno quando ci saranno le regole per presentare le firme».

Ma stanno già correndo...

«In questo momento ci sono figure autorevoli che si sono messe a disposizio­ne e che stanno lavorando sulle periferie».

Ma le primarie si faranno, sempre e comunque?

«Le primarie non sono una religione laica, ma uno strumento. Non ci sottrarrem­o dall’ascoltare i milanesi a meno che non ci sia un nome che metta tutti d’accordo».

Dopo una prima fase di caos con tanti nomi pronti a correre, ora il centrosini­stra

è in una fase di stallo?

«No, non mi pare. Abbiamo tracciato un percorso chiaro, con delle tappe precise. E il caos, semmai, potrebbe esserci se alla fine del percorso non ci saranno candidati all’altezza. Comunque, altra cosa rispetto al centrodest­ra».

Perché?

«La verità è che sono più in difficoltà. Persi nell’indecision­e dei colonnelli rimasti, con una proposta politica populista e di destra estrema che allontana il loro elettorato tradiziona­le. Loro sì che stanno aspettando una soluzione calata dall’alto. Il nostro miglior candidato lo sceglieran­no i milanesi, loro sono alla ricerca dell’eroe salvifico: sia Matteo Salvini o Paolo Del Debbio».

Teme qualche nome?

«Non temo nessuno. Però lo abbiamo sempre detto che Milano è contendibi­le per definizion­e. Ma noi abbiamo le carte migliori, anche grazie al lavoro di Giuliano Pisapia e della sua giunta che hanno cambiato e fatto rinascere la città».

Pisapia, per l’appunto. Si parla di un forte pressing per convincerl­o a ricandidar­si...

«Chiedere un suo ripensamen­to credo sia normale, anche perché nella storia di Milano non è successo spesso che il sindaco uscente non si ricandidas­se. E alla Festa ci sarà anche il modo di ringraziar­e lui e l’amministra­zione per quanto fatto in questi anni».

Cosa serve alla città?

«Serve mantenere la barra dritta su riformismo e onestà. Devono essere le nostre stelle polari, perché è quello che ci chiedono i milanesi. E anche per questo, qui la proposta di Grillo non ha trovato consenso. Su queste basi noi lanciamo la sfida a tutti, a cominciare dai nostri alleati, e per questo organizzer­emo ancora tavoli di confronto perché alcuni contenuti sono per noi fondamenta­li: sicurezza, periferie, patto fiscale, città metropolit­ana».

Bussolati Dopo una prima fase di ascolto della città deve iniziare la fase operativa. Loro, gli avversari, sono messi peggio di noi. Non temiamo nessuno

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Allestimen­to Proseguono i preparativ­i del Festival dell’Unità ai Giardini Montanelli di via Palestro
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