Feste a cancelli chiusi Expo vieta la movida
La società prova a regolare la movida notturna nascosta ai turisti tra bar e discoteche
Troppa confusione, ma neanche tanto quello. Soprattutto troppe ore piccole, forse anche troppo alcol, insomma troppa movida tra i padiglioni quando dovrebbero esser chiusi: così l’altra sera la società Expo ha tirato il freno e ha detto basta, almeno per ora, alle feste notturne che per tutta l’estate — ma sempre di più negli ultimi tempi — avevano rallegrato l’«afterwork» delle migliaia di lavoratori, dipendenti, volontari dell’esposizione universale dopo l’uscita dei visitatori. Delusione ma anche sollievo sulla loro pagina Facebook «Inside Expo».
Le 2.03 dell’altroieri notte. Il dialogo è tra Edward e Maria che lavorano entrambi all’Expo, in padiglioni diversi. «Ragazzi c’è qualche festa in giro?». «Usa, ma non so se sia aperta o privata». «Come faccio a sapere?». «Boh, prova ad affacciarti. Io son passata tipo 20 min fa e c’erano ancora tutti». «Grazie siamo in 6». «Allora chiudi fb e sbrigatevi, max li beccate all’uscita e improvvisate qualcosa sul decumano». Ma alle 2.23 il povero Edward deve arrendersi: «Dei ragazzi ci hanno detto che è finita». E non solo quella, peccato per loro.
Erano le feste notturne dell’Expo, quelle che per tutta l’estate rianimavano i bar dei padiglioni per i dipendenti dopo l’uscita dei normali. L’una, le due, le tre. Le tre e mezza di notte. Su qualche terrazza la gente a ballare e sul decumano i camion a pulire. Finché l’Expo l’altra sera ha detto basta: niente più feste dopo la chiusura. Magari non per sempre, sennò che vita è. Ma con più ordine, meno casino. Più avanti, comunque. Anche se la sera dello stop, a giudicare dai dialoghi rimasti su Facebook, per qualche attimo si è andati vicini alla rivolta.
La pagina è quella di Inside Expo, gruppo chiuso con 4.498 membri alle 17.05 di ieri divenuti 4.504 alle 19.58 e così via: «Life in Expo after work», è la sintesi del profilo. In realtà serve a scambiarsi di tutto, dai consigli sui ristoranti scontati ai commenti sul lavoro alle dritte su come risolvere problemi («Mi date un’idea su come rimanere gentile con i visitatori che ti fumano in faccia alla fermata delle navette?»), fino a far nascere l’idea del Mundial di calcetto cui peraltro partecipa la stessa società Expo: che in due giorni ha realizzato apposta il campo in erba sintetica su cui ora si disputano tre partite al giorno e dove alle 11 di ieri sera, contro il Messico, ha giocato la sua anche il commissario Beppe Sala in persona. Con una domanda quotidiana che però è, sin dall’inizio, uno dei principali motori della pagina: «Che si fa stasera, dopo?».
Per settimane aveva funzionato in sordina, evidentemente entro limiti accettabili. Un padiglione organizzava una festa, avvertiva l’Expo, a una certa ora tutti a letto. Poi sono stati sempre di più. Terrazze, bar, musica, dj, drink a torrenti. Impetuosi. Alla fine la «beach» degli aperitivi serali di Alessandro Rosso si trasformava in discoteca notturna fissa. Con orari conseguenti. Che sempre più padiglioni, perché la notte trasforma migliaia di dipendenti in migliaia di clienti, avevano iniziato a chiedere di imitare: «E perché noi no?».
Così l’Expo due sere fa ha deciso di dare la buonanotte a tutti, fino a nuovo ordine. «Rosso ha chiuso!», è stato il drammatico tamtam partito immediatamente tra il popolo di Inside. «Incateniamoci al decumano!», hanno proposto alcuni. «Non facciamo sciocchezze», hanno risposto altri. «Finalmente si dorme», ha detto un altro ancora. Almeno fino alla prossima.