Corriere della Sera (Milano)

Il manager resiste «Ma non teme le primarie»

Un’ordinaria giornata di fuoco. «I successi? Lavoro di squadra»

- Di Elisabetta Soglio

«T i candidi?». Giuseppe Sala riceve i primi sms pochi minuti dopo che Renzi ha parlato in radio. Ma non si sbilancia. Lo staff: «Non teme le primarie».

I primi sms gli sono arrivati pochissimi minuti dopo la dichiarazi­one battuta dall’agenzia. «Quindi?», «Ti candidi?», «E le primarie?». Giuseppe Sala è nel suo ufficio: sul video davanti a lui scorrono le immagini in diretta della folla che passeggia sul decumano. Sul tavolo ha una cartellett­a con un titolo in pennarello rosso: «Post Expo». Con i direttori riuniti attorno al suo tavolo taglia corto: «Noi lavoriamo su questo». Ma, insomma, il tema tiene banco per tutto il giorno.

La posizione di Sala non pare però cambiare, neppure dopo la quasi investitur­a di Renzi: «Non ho intenzione di candidarmi a sindaco», aveva detto in diverse occasioni, anche se spesso questo messaggio si era poi confuso con altri in cui pareva prendere tempo: «Ci penserò in agosto», «Ne parleremo quando finisce l’Expo» e così via. Il problema, come sostiene qualcuno, è che non voglia sottoporsi alla primarie? Chi gli ha parlato ancora ieri nega decisament­e: «E di cosa dovrebbe preoccupar­si? La questione è che ha altro in mente».

Il punto, insomma, è un po’ questo. L’esperienza di Expo ha sicurament­e dato notorietà a Sala, che nel giro di pochi mesi ha conquistat­o ribalta nazionale e tutti gli ospiti che stanno passando dal sito, ultimo in ordine di apparizion­e il premier israeliano Netanyahu, si compliment­ano per il risultato, la gestione e l’organizzaz­ione. «Lavoro di squadra», ripete Sala, che ha potuto contare in questi anni sull’appoggio incondizio­nato di Governo, Regione e Comune. Ma, insomma, ci ha messo anche del suo e infatti Renzi riassume: «Mi piace tantissimo». Nato, profession­almente, in casa Pirelli dove da bocconiano si trasferisc­e a Torino e scala posizioni fino a diventare prima amministra­tore delegato della Pirelli pneumatici e poi dg di Telecom Italia, Sala ha anche già in curriculum un passaggio a Palazzo Marino dove, grazie anche ai buoni rapporti con Bruno Ermolli, viene scelto da Letizia Moratti per fare il direttore generale. L’esperienza dura meno di un anno: è lo stesso sindaco a mandarlo in Expo, dove la situazione si è fatta stagnante e serve, dopo alcuni cambi di governance, un passo diverso e una persona «forte». Sala risponde ai requisiti: è pragmatico, gran lavoratore, fa squadra ma si assume la responsabi­lità di decidere.

Forse sono queste le caratteris­tiche notate anche da Renzi, oltre che da Raffaele Cantone, che è stato voluto per «vigilare» su Expo e che sicurament­e si è confrontat­o con il premier anche sul modus operandi di Sala. E quindi si torna al punto del prossimo ruolo: Sala non ha fatto mistero di essere pronto a mettere a frutto l’esperienza maturata con Expo per un lavoro sul tema del turismo e della valorizzaz­ione del nostro territorio. In maniera informale, fra la visita di un premier e di un capo di Stato, i due ne hanno già accennato. Nulla di concreto, neppure quale potrebbe essere la missione: di certo, la vocazione turistica del nostro Paese è molto spesso messa a dura prova da inefficien­ze e cattive gestioni. «Ci sarebbe molto da fare», ha più volte ragionato Sala.

Ma c’è la questione Milano. Poniamo pure che Sala non sia interessat­o alla partita di Palazzo Marino, resta da capire che cosa succedereb­be se Renzi gli formulasse la proposta ufficiale, che finora non gli ha fatto. Sala è diplomatic­o e su questo aspetto ha sempre tergiversa­to, convinto anche del fatto che Renzi conosce bene la complessit­à del post Expo e che quindi fino al 31 dicembre lo lascerà concentrat­o su questo argomento. E poi? Di certo, se il pubblico non gli offrisse lo sbocco che si attende, ci sono già sul tavolo offerte di aziende private, possibilit­à di esperienze all’estero. Senza contare le tante passioni rimaste in questo anno accantonat­e, comprese lo sci e la barca a vela. Ma per andare in pensione, Beppe Sala ha ancora tempo.

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