LE «INUTILIZZATE» E QUEGLI STRANI ANNUNCI ONLINE
BICICLETTE
Gentile signora Bossi Fedrigotti, quest’anno la mia famiglia ha subito il furto di tre biciclette, un sellino e diverse ruote. Nel nostro cortile sono entrati diverse volte ladri che hanno portato via bici o anche solo ruote. Così è accaduto nei cortili vicini. Parlando con amici e conoscenti il furto di biciclette risulta essere diventato un vero e proprio problema a Milano al quale, purtroppo, tutti sembrano essere rassegnati. Ma non si può fare nulla? È impossibile contrastare il commercio di bici rubate? Tutti i milanesi conoscono i mercati dove, da anni, si vendono tranquillamente bici usate a poco prezzo. Qualche controllo potrebbe essere fatto anche sui siti internet di vendite tra privati. Tempo fa ho controllato il noto sito Subito.it: ebbene, un giorno erano stati inseriti ben undici annunci di vendita di bici da donna e diciassette di bici da uomo (causa: «inutilizzo»). Qualcuna si vendeva anche al prezzo di trentacinque euro. Il giorno dopo ho trovato inseriti ventinove annunci di vendita di biciclette, e quello dopo ancora venticinque e così via per molti giorni ancora. Se si considera una media di venticinque biciclette al giorno, questo significa all’incirca novemila biciclette all’anno. Chi mai può credere che appartenevano a privati che hanno deciso di non usarle più? Devo dire che, francamente, io non conosco nessuno che voglia disfarsi di una bicicletta causa «inutilizzo». Invece conosco parecchie parsone che devono acquistarla
a causa del furto che hanno subito…
Il problema, lo sappiamo, è antico, ma oggi è diventato una vera e propria piaga, moltiplicata probabilmente dal fatto che numerosi milanesi si sono convertiti alle due ruote e dunque c’è molta più richiesta. Essendo io ciclista, la questione mi è nota, anzi, notissima, direi. Ho, infatti, perso il conto di quante biciclette mi sono state rubate nel corso della mia vita milanese. Tutte quante sempre legate con catenacci ovviamente: sparite dal cortile, dal garage del posto di lavoro, dalle eleganti strade del centro piene di passanti come da zone più periferiche. L’ultima si è volatilizzata a fine luglio, a meno di un anno all’acquisto. E come tutti i derubati mi trovo una volta ancora di fronte all’incertezza su cosa fare: comprare una bicicletta nuova con il rischio di vederla sparire in tempi molto brevi (l’ultima mia era nuova di zecca), oppure una di seconda mano, destinata in genere a durare un po’ di più, però incentivando in tal modo il lavoro dei ladri. Servirebbe, va da sé, più controllo per le biciclette, in strada come in internet. E sarebbe forse utile l’obbligo di targa. In alternativa non resta che il bike sharing, di cui la maggioranza degli utenti dice bene.