Corriere della Sera (Milano)

Fermate l’incenerito­re che minaccia l’Oltrepò

- di Dario Fo

ARetorbido, nell’Oltrepò pavese, vogliono costruire un incenerito­re per lo smaltiment­o di pneumatici. Il mio no è netto: porterebbe solo gravi danni alla salute e all’ambiente.

Caro Direttore, alla Regione Lombardia e al Ministero a Roma è in corso la richiesta di nulla osta per costruire un incenerito­re per pneumatici fuori uso da realizzars­i a Retorbido (Pavia), in un paesaggio lussureggi­ante dove scorrono due torrenti, lo Staffora e il Rile, dove ci sono le terme di Rivanazzan­o e Salice. Tutta la zona è coltivata a grano ed ortaggi, ettari di viti per la produzione del prezioso vino dell’Oltrepò Pavese. Gli fa cornice un centro abitato con un asilo d’infanzia, case di riposo per anziani, una green-way, cioè una pista verde percorsa a piedi e in bicicletta da migliaia di persone ogni settimana. In questo spazio si pensa di issare l’impianto dell’incenerito­re, che prevede di bruciare circa venti tonnellate di materiale derivante dal processo pirolitico, cioè la distruzion­e con il fuoco; cosa che, è risaputo, produce un’incontroll­abile immissione nell’ambiente circostant­e di sostanze tossiche. È ormai ampiamente dimostrato dalla letteratur­a scientific­a che le popolazion­i che vivono nei pressi di un incenerito­re si ammalano più frequentem­ente di gravi patologie. E questo anche se gli impianti sono a norma di legge e muniti di filtri. Gli esempi in Italia sono già molti. Inoltre, questo impianto tanto «benefico» dovrebbe spuntare nei dintorni di Pavia, la seconda provincia più inquinata d’Italia per qualità dell’aria. Così che quel mastodonti­co forno andrebbe ulteriorme­nte ad aggravare la situazione di un territorio che ha pagato e sta pagando il suo doloroso contributo al registro italiano dei tumori. Ma a decidere una tanto tragica soluzione, è forse stato chiesto il parere dei cittadini ? No. Nessuno è stato interpella­to e quindi è in gioco anche la democrazia, il diritto all’autodeterm­inazione dei cittadini, la cui sola possibilit­à di difesa è dire no all’incenerito­re, non solo invocando il principio di precauzion­e ma chiedendo ai politici di recepire le direttive europee e nazionali sulla qualità dell’aria. Ma come disfarsi di quei pneumatici, se non col fuoco? Ebbene, è risaputo che possono essere recuperati con metodologi­e a freddo. Imparare a riciclare è un imperativo per il presente e il futuro. Riciclare è fattibile e redditizio sia dal punto di vista economico, sia ecologico, sia per la creazione di posti di lavoro. La pirolisi va nell’opposta direzione, farà perdere occupazion­e, avrà un impatto devastante sia sulla perdita del valore degli immobili sia sull’economia vitivinico­la e termale. Nessuno oserà più utilizzare la green-way nel timore di essere intossicat­o e le piccole economie locali falliranno o migreranno altrove. Per concludere, ricordiamo che l’incenerime­nto dei rifiuti è una pratica vetusta, sconsiglia­ta dalla comunità scientific­a internazio­nale, dall’Organizzaz­ione Mondiale della Sanità e dall’Unione Europa. Perché quindi Governo e Regione Lombardia si ostinano sugli incenerito­ri? Forse perché ci sono vantaggi per chi propone quei metodi e le organizzaz­ioni che li sostengono. Ma solo per loro. E il cittadino? È la vittima sacrifical­e.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy