Un liutaio francese conquista Cremona
Concorso Stradivari, il re delle viole è un artigiano d’Oltralpe. Niente medaglie per i violini
Sono arrivati da 31 Paesi di tutto il mondo. Archetti e lime, vernici e legni in mano, i maestri liutai si sono sfidati per le Olimpiadi della musica, concorso Stradivari di Cremona. Giuria severa, tant’è che nessuna medaglia d’oro è stata assegnata per la realizzazione dei violini, mentre è andata a un francese per la costruzione della viola. Per il contrabbasso terzo posto a Marianne Lenzini, di Cremona.
CREMONA Il mondiale dei liutai. Nonostante ai blocchi di partenza si siano presentati 334 concorrenti divisi in quattro categorie, l’unica medaglia d’oro delle Olimpiadi della musica se l’è messa al collo lui. Un francese di 39 anni che parla perfettamente l’inglese e si arrangia con l’italiano. «Quando ho detto ai miei genitori che volevo fare questo mestiere, mi hanno guardato stupiti: che lavoro è?». Ed ora eccolo qui Charles Coquet, un po’ bohémien, un po’ guascone, mentre si tiene stretta la viola con cui ha vinto la 14esima edizione del Concorso Triennale di liuteria Antonio Stradivari.
Per sfidarsi a colpi di archetto sono partiti, con le loro custodie portate a mano o in spalla, artigiani, alle prime armi o esperti, da 31 Paesi. Dall’Austria alla Cina, dal Canada al Brasile, dalla Spagna al Giappone. Molti dalla Corea del Sud, la nuova frontiera delle note. La giuria, composta da liutai e musicisti, ha valutato gli strumenti in gara, ora tutti esposti al Museo del Violino, da vari punti di vista: qualità della montatura e bellezza della vernice, timbro e potenza. «Preferisco costruire viole, in quei pochi centimetri di lunghezza in più c’è un mondo. La voce della viola è particolare dice Coquet -. Il mio lavoro, il mio stile sono personali. Possono piacere molto o per niente, non so mai se arriverò primo o ultimo».
Stavolta meglio di così non poteva andare: nessuno dei «pezzi» in lizza per gli altri tre campionati (violino, violoncello, contrabbasso) è stato ritenuto meritevole di salire sul gradino più alto. Segno di una selezione severa. Ma Marianne Lenzini, 38 anni, argento nella sezione contrabbasso, è contenta così. «Non me l’aspettavo». Figlia di genitori modenesi (capomastro il padre, segretaria di scuola la madre) emigrati in Francia, a Chatillon, da giovane Marianne suonava il violino nell’orchestra del Conservatorio. «Di fronte avevo il contrabbasso, è così che mi sono innamorata di questo strumento trascurato».
Arrivata a Cremona a 19 anni per studiare alla Scuola internazionale di liuteria, non se n’è più andata e ha fatto il tirocinio nella bottega di Marco Nolli, dov’è ancora oggi. Nella patria dei violini, si è specializzata nei contrabbassi. «Ne produco 3-4 all’anno, i prezzi variano dai 16 ai 25 mila euro». Tra pochi giorni il suo maestro diventerà anche suo marito. Sul sagrato dalla chiesa troveranno ad attenderli la fanfara dei bersaglieri in cui Marianne suona il trombone. «Un 2015 indimenticabile».
Delle Olimpiadi della liuteria Davide Sora, 51 anni, cremonese, terzo classificato nella sezione violini, è un habitué. «Ho partecipato a cinque - sei edizioni, sempre con buoni risultati, ma questo è il mio piazzamento migliore». Dietro le vetrine in centro, tra lime e pennelli, nessun collega o aiutante, soltanto lui. «Preferisco così. Quando ho cominciato, a Cremona eravamo una quarantina di professionisti, ora abbiamo superato quota 150. La concorrenza è diventata più agguerrita mentre le commesse sono sempre meno. Faccio pochi strumenti e, quindi, di qualità elevata: è questo che mi ha salvato». E lo ha premiato con una medaglia.
Coquet Quando ho detto ai miei genitori che volevo fare questo mestiere mi hanno chiesto stupiti: e che cosa è? Preferisco costruire le viole
Lenzini Non me lo aspettavo, da giovane suonavo il violino e di fronte avevo il contrabbasso, così mi sono innamorata di questo strumento trascurato