Pesci d’aprile e altri marchingegni
«Arrivati alla mia età, torna la voglia di giocare», così Gioxe De Micheli, classe 1947, pittore milanese «figurativo con qualche tocco surrealista», spiega perché per la sua nuova esposizione si è armato di carta e forbici e, proprio come fanno i bambini, si è messo a ritagliare, piegare, incollare. Il risultato è la mostra «Pesci d’aprile e altri marchingegni» che inaugura oggi al Centro dell’Incisione (ore 18.30, Alzaia Naviglio Grande 66, fino al 9 aprile). «Tutto è nato dalle mie forbici», racconta l’artista, «che a un certo punto si sono messe in azione in modo casuale, come quando si scarabocchia mentre si è al telefono. È uscito un primo pesce, completo di pinna e lische, e non mi sono più fermato». Tra i tanti animali del mare, un pesciolino che salta fuori da una (vera) scatola di sardine spinto da un’onda di cartoncino, e una mamma-balena che protegge nella pancia il suo cucciolo. Poi ci sono altri giocattoli spassosi, colorati, stralunati: trenini, mongolfiere, aeroplani, congegni dichiaratamente inutili. Un universo poetico che sarebbe piaciuto a Gianni Rodari o a Leo Lionni. Gli oggetti di De Micheli sono 45, montati in una scenografia di torri di cartone, come lo skyline di un immaginario paese dei balocchi. Che tuttavia non offre solo divertissement, ma una cura per l’anima. «Ho dato retta al grande saggio cinese Lao Tsu», spiega l’artista, «che diceva che il gioco è la medicina più grande».