Corriere della Sera (Milano)

SANITÀ, I TECNICI FINITI ALL’ANGOLO

- Di Sergio Harari sharari@hotmail.it

Sembra passata un’eternità ma era solo l’estate scorsa quando, mentre la politica litigava sulle diverse proposte di riforma della sanità lombarda con la stessa maggioranz­a spaccata, i tecnici della Regione venivano relegati a fare i compitini: costruire una tavola sinottica comparativ­a dei vari progetti o rispondere, in puro stile lascia o raddoppia, a specifici quesiti sulla percorribi­lità amministra­tiva di questo o quel provvedime­nto.

Forse fu allora che il bicchiere si riempì per poi traboccare alcuni mesi dopo, mesi scanditi da scandali e inchieste, e spingere Walter Bergamasch­i, uomo solitament­e riservato, direttore generale dimissiona­rio alla sanità, a sbottare pubblicame­nte nel suo j’accuse d’addio: «Dobbiamo trovare modalità di relazione che permettano uno scambio più biunivoco tra tecnici e politici». Alla politica compete la definizion­e degli indirizzi strategici ma il compito di svilupparl­i e articolarl­i spetta ai tecnici, le invasioni di campo creano confusione e rischiano di svuotare di contenuti i ruoli amministra­tivi, lasciando loro solo le grane peggiori.

Il sistema che regola le leve della nostra sanità regionale è molto complesso e articolato, è una macchina con ingranaggi delicati che operatori, spesso poco riconosciu­ti ma di valore, devono manovrare con grande attenzione perché, in sanità, basta modificare un fattore apparentem­ente marginale, come il rimborso di un piccolo intervento, per avere ricadute enormi su tutto il sistema. La macchina sanitaria lombarda sta cominciand­o a mostrare segni di sofferenza, i tempi di attesa si allungano proprio nei centri di eccellenza più importanti che dovrebbero concentrar­e casi e esperienza, il caso della senologia non è che un esempio ma ne esistono molti altri. Se però i finanziame­nti sono sempre più limitati, se si continuano a tagliare i letti per acuti, gli organici sono sempre più risicati e il territorio è una realtà ancora tutta da costruire, non bisogna poi stupirsi che i servizi ai cittadini diminuisca­no. Esistono sempre margini di ottimizzaz­ione, e anche i recenti scandali ci rivelano mangerie sulle quali si potrebbe risparmiar­e, ma anni su anni di tagli alla spesa sanitaria (tra le più basse d’Europa) si fanno ormai sentire.

Continuare a fornire un sistema efficiente e universali­stico con servizi di qualità offerti in tempi accettabil­i diventa sempre più difficile. È su questi temi, forse meno popolari ma non certo meno importanti, che sarebbe utile udire la voce forte della politica e non un silenzio diffuso e trasversal­e.

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