Corriere della Sera (Milano)

«Uccise la moglie con il cuscino»

Varese, dopo un anno arrestato il marito di Stefania Amalfi

- di Roberto Rotondo

A un anno esatto dalla morte della moglie, Alessandro Argenziano è stato arrestato per omicidio. Avrebbe stordito Stefania, 28 anni, con i farmaci, quindi l’avrebbe soffocata con il cuscino. Per la procura di Varese avrebbe agito per incassare l’assicurazi­one sulla vita.

VARESE Manipolava la moglie per avere i suoi soldi. I magistrati sono convinti: l’ha uccisa un anno fa, soffocando­la con un cuscino. Un gesto crudele, giunto alla fine di una breve relazione, tra due persone con problemi psichici e debolezze, nelle anguste stanze di una casa popolare di Varese, in via Conca d’oro, dove tra chiamate alle ambulanze per crisi isteriche e i pestaggi dell’uomo alla consorte, si era creato un piccolo inferno familiare finito tragicamen­te.

Alessandro Argenziano, 41 anni, un uomo molto conosciuto dai servizi sociali, borderline e fino a poco tempo fa sotto tutela giudiziale, è stato arrestato ieri, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare spiccata dal gip Stefano Sala, su richiesta del pm Sabrina Ditaranto: il sostituto procurator­e da dodici mesi sta cercando di capire come sia morta Stefania Amalfi, 28 anni, una donna di Vercelli, che Argenziano aveva sposato pochi mesi prima, forse non proprio per amore.

Stefania fu trovava morta nel letto di casa, la sera del 29 aprile di un anno fa. Aveva un segno rosso sul collo e una calza di nylon in testa, o almeno questo è quello che il marito disse agli inquirenti. Il 41enne ne raccontò tante: che lui stava dormendo, che quando si alzò per andare in bagno notò che Stefania non rispondeva, che lei aveva tentato più volte il suicidio, che le aveva nascosto i farmaci per evitare che lei ne abusasse. Oppure che si era riaddormen­tato e non si era accorto che la donna aveva scoperto l’anfratto nel muro dove egli, coscienzio­samente, aveva tenuto nascoste quelle pillole micidiali.

Sarebbero tutte bugie, secondo gli investigat­ori. L’ordinanza fornisce una versione accusatori­a della vicenda molto netta. Argenziano voleva i soldi della moglie. Era riuscito a convincerl­a a tenere un conto con la doppia firma e puntava a incassare il denaro di una polizza assicurati­va che, secondo quanto lui stesso aveva raccontato in un’intervista, doveva ammontare a circa 30mila euro. Per questo, avrebbe prima fatto ingerire a Stefania delle pillole, poi una volta stordita l’avrebbe soffocata sia con il piumone sia con il cuscino.

Quella sera a casa arrivarono anche la polizia e il pm di turno. Lui raccontò di aver tentato di rianimare la donna, ma non ci sarebbe traccia sul corpo di manovre rianimator­ie, Così come sarebbe un depistaggi­o la lettera di addio scritta da Stefania Amalfi alla famiglia, poiché una perizia grafologic­a ha stabilito che non sarebbe stata predispost­a da una persona in stato di grave turbamento.

Il magistrato e la polizia hanno ricostruit­o una vicenda segnata da percosse e da un tentativo continuo di soggiogare la moglie. Le aveva requisito il portafogli. Le aveva fatto cambiare persino il medico curante, convincend­ola a prendere il suo, così da poterne controllar­e l’assunzione dei farmaci.

«Le accuse si basano sulle contraddiz­ioni emerse tra i racconti del mio cliente e quanto accertato dalle perizie — osserva l’avvocato difensore Stefano Amirante — ma Argenziano è un debole, è malato psichico, è normale che sia poco lucido e mi pare che ci siano indizi non abbastanza chiari per indicarlo come colpevole».

La famiglia di Stefania però aveva sempre detto che le cose erano andate così e le sorelle avevano rivolto diversi appelli, anche in tv. «Sono stati confermati i sospetti e gli esiti delle investigaz­ioni difensive svolte», commentano gli avvocati della famiglia Furio Artoni e Alessandra Sisti.

Argenziano, a un anno dalla morte della moglie, aveva già trovato una nuova compagna a Besozzo, ed è proprio a casa di lei che la polizia gli ha notificato l’arresto. L’interrogat­orio del gip è previsto per oggi pomeriggio, ma secondo la difesa il 41enne non sarebbe nemmeno in grado di sostenere un interrogat­orio.

Il legale Alessandro ha raccontato di aver tentato di rianimare la donna, ma è confuso, è un malato psichico, è poco lucido e non credo possa neppure rispondere alle domande del pm La polizza L’uomo avrebbe inscenato il suicidio della moglie per i soldi dell’assicurazi­one

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«Sono innocente» Alessandro Argenziano fotografat­o nelle settimane dopo il delitto. Ai giornalist­i ha sempre detto di avere trovato la moglie morta nel letto

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