Corriere della Sera (Milano)

La «moschea» in cantina per 300 fedeli

Ancora un esposto regionale al prefetto. Attesa per l’Asl

- Di Paola D’Amico

Due diffide del Comune, interpella­nze, denunce alla Procura, un esposto al prefetto della Regione. Ma il magazzino sotterrane­o di via Cavalcanti 8, a Greco, dopo due anni è ancora utilizzato come moschea abusiva.

Interpella­nze, due diffide del Comune, denunce alla Procura da parte dei residenti e Comitato per la sicurezza di Zona 2, ora un esposto al prefetto firmato dall’assessore alla Sicurezza regionale Simona Bordonali. Ma il magazzino due piani sotto terra del condominio di via Cavalcanti 8, a Greco, dopo due anni è ancora un luogo di preghiera, un’indisturba­ta moschea abusiva.

Ospita ogni giorno un centinaio di persone che il venerdì arrivano a superare quota 300. Solo la Asl, per quanto sollecitat­a, non si è mai recata a fare un sopralluog­o. E di questo si è stupita l’assessore Bordonali. Eppure nello scantinato dove si custodivan­o i manifesti cinematogr­afici, sono stati realizzati servizi igienici e modifiche struttural­i.

Situato poco distante dalla Stazione Centrale, affacciato sui rilevati ferroviari, è diventato un approdo sicuro per chi arriva da lontano. A fine febbraio la Bangladesh Cultural & Welfare Associatio­n, piccola e poco radicata sul territorio ma parte del Coordiname­nto delle associazio­ni islamiche (Caim), ha acquistato gli ampi locali — 500 metri quadrati —. Paradossal­mente, poco prima di essere rimessa in pista dal Tar come titolare dell’area di via Esterle per costruire una moschea. L’associazio­ne aveva vinto il bando del Comune ma era stata poi esclusa, proprio a causa del contenzios­o aperto con il condominio e il Comune.

È indubbio che la questione crei non pochi imbarazzi a Palazzo Marino, dove sono stati compiuti molti passi nel tentativo di risolvere il problema sollevato dal condominio di via Cavalcanti 8. La Direzione centrale sviluppo del territorio ha ripetutame­nte contestato l’esecuzione di opere edilizie senza permesso di costruire (titolo edilizio) e ha imposto il ripristino dei locali come erano stati trovati nel maggio 2015. Niente è cambiato. Ogni atto è stato impugnato.

«Oltre al fatto che lo scantinato non ha avuto la variazione a destinazio­ne di luogo di culto, ma è un magazzino senza possibilit­à di permanenza di persone — spiega l’avvocato Maria Cristina Cananzi, presidente del Comitato per la Sicurezza e la Legalità —, quando anche si trattasse di una associazio­ne culturale e non di una moschea, questo fatto è smentito dalle interviste rilasciate dall’imam. Ogni venerdì il via vai di persone aumenta negli orari destinati alla preghiera, in occasione delle festività del loro calendario ci sono dei picchi. Non è solo il tappeto che fa una moschea».

L’associazio­ne è approdata in via Cavalcanti 8 nella primavera di due anni fa. Durante l’estate sono stati fatti i lavori. «Senza permessi, naturalmen­te — continua Cananzi —. A settembre, al rientro dalle ferie, gli inquilini hanno sollevato il problema. Da allora attendono una risposta. Non accade nulla, per motivazion­i politiche? Sociali?».

Ci si domanda cosa sarebbe cambiato se il bando delle moschee non fosse stato congelato. L’assegnazio­ne degli ex bagni di via Esterle sarebbe bastata a smobilitar­e la moschea nello scantinato? O sarebbe diventata, invece, un raddoppio?

Emblematic­a è la relazione della Polizia locale di Zona ai vigili del fuoco. Ricostruis­ce il fitto scambio di corrispond­enza, a dir poco surreale, tra l’istituzion­e e i responsabi­li del Caim che supportano la piccola associazio­ne. L’agente chiede notizia del titolo edilizio, il portavoce del Caim risponde di aver presentato l’incartamen­to in Comune. I giorni trascorron­o e l’agente a distanza di tempo annota: «A tutt’oggi non è pervenuto nulla».

L’avvocato Ogni venerdì il via vai di persone aumenta negli orari destinati alla preghiera La decisione del Tar L’associazio­ne del Bangladesh avrebbe diritto a realizzare il suo centro in via Esterle

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La scala La moschea abusiva di via Cavalcanti 8, zona Greco: la sala di preghiera è due piani sotto terra

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