Lega ticinese: «I frontalieri paghino 500 euro»
COMO Creano problemi sul mercato del lavoro e usufruiscono, «a sbafo», di servizi pagati interamente dagli svizzeri come le strade, i parcheggi o lo smaltimento dei rifiuti. Partendo da questa premessa la Lega dei Ticinesi sferra un nuovo attacco contro i lavoratori italiani e chiede l’applicazione di una tassa d’entrata per i frontalieri. La proposta, contenuta in una mozione presentata al Consiglio Federale, sarà discussa nei prossimi mesi. Autore della proposta è il consigliere della Lega dei Ticinesi Lorenzo Quadri, non nuovo a provvedimenti anti-italiani. «La richiesta di istituire una tassa per i frontalieri è fondata principalmente su due pilastri — spiega lo stesso politico elvetico —. Innanzitutto è una forma di tutela per la manodopera locale, svantaggiata dalla presenza di italiani che, come è noto, accettano salari più bassi. Dall’altro lato, si tratta di chiedere un contributo per servizi dei quali i frontalieri godono sostanzialmente gratis». Qualche esempio. «Pensiamo alle strade — dice Quadri —. Ogni giorno c’è un traffico di circa 50mila veicoli, spesso con una sola persona a bordo, che creano traffico e caricano le infrastrutture viarie svizzere. I frontalieri godono di un servizio per il quale non pagano nulla. E lo stesso vale per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti come per altri benefici finanziati interamente dai residenti ticinesi».
Questo, a detta del consigliere della Lega dei Ticinesi, basta a giustificare l’introduzione di una tassa per i circa 62mila italiani, soprattutto residenti nelle province di Como e Varese, che prestano servizio oltreconfine. Nella mozione depositata in Consiglio Federale, Quadri non parla di cifre. Ma ha un’idea anche su questo punto. «Si tratta solo di un’ipotesi, di un ragionamento da approfondire — dice il politico —. Penso che la Svizzera dovrebbe incamerare con questa tassa circa 30 milioni di franchi l’anno. Per ciascun frontaliere si tradurrebbe in circa 450-500 euro per dodici mesi. La somma potrebbe essere versata interamente dal lavoratore oppure in parte dal datore di lavoro. Anche su questo si possono fare diversi ragionamenti». L’iter di valutazione ed eventuale approvazione della proposta della Lega dei Ticinesi richiederà alcuni mesi. «Il Consiglio Federale deve prendere una decisione e poi dovrà pronunciarsi anche il Consiglio nazionale — conclude Quadri —. La procedura non è brevissima, ma l’importante è avviare il percorso e soprattutto affrontare l’argomento e creare dibattito».