Corriere della Sera (Milano)

Non è tutto oro quello che luccica

In un libro materiali e lavorazion­i che hanno fatto grande la bigiotteri­a italiana

- Chiara Vanzetto

Arti decorative, artigianat­o, design, moda, industria: quello dei bijoux è un settore in cui ambiti e competenze diversi si fondono in un solo multiforme universo. Un universo scintillan­te che nel Bel Paese ha e ha avuto mille sfaccettat­ure, fino a ricoprire un ruolo chiave nell’affermazio­ne del Made in Italy. Per approfondi­re la conoscenza di questo mondo caleidosco­pico esce oggi in libreria un nuovo volume ricco d’immagini e curiosità. Si tratta di «Storia della bigiotteri­a italiana», di Bianca Cappello, Skira Editore, presentazi­one na, attraverso l’evoluzione del gioiello fantasia, l’evoluzione del costume e del gusto in Italia dall’unità nazionale al passaggio del nuovo millennio. L’ornamento e le sue forme come specchio di eventi, tendenze, culture, movimenti: dal gioiello futurista a quello di regime, da quello esotico a quello sessantott­ino. Che ruolo ha ricoperto Milano in questo ambito? «Milano ha avuto un rapporto privilegia­to con le gioie fantasia, soprattutt­o a partire dagli anni 60 del Novecento grazie allo sviluppo del prêt-à-porter: basta ricordare Bozart, Ornella Bijoux, Carlo Zini, Sharra Pagano, Correani, Coppola & Toppo. Ma anche prima si era distinta per il suo ruolo di traino creativo, quello di città dove succedono le cose, con il lavoro di Piera Albani, Aida Coppola, Emma Pellini, che tra l’altro avevano studiato a Brera». Un sapere che si rinnova, che sa stare al passo, ma si trasmette anche di generazion­e in generazion­e: Donatella Pellini è la nipote di Emma. «Da piccola accompagna­vo mia nonna a Venezia quando le donne infilavano ancora le conterie a mano — ricorda —. Oggi siamo rimasti in pochi a lavorare in modo artigianal­e, anche perché le lavorazion­i sono complesse, esigono strumenti e materiali diversi e costosi». Che futuro per il bijoux italiano? «Ne vedo uno positivo per chi produce oggetti belli e duraturi, con materiali di pregio e attenzione al dettaglio, per combattere la sfida della globalizza­zione: la clientela di oggi esige prodotti di alta qualità, frutto di ricerca e di autentica passione». Alla Rizzoli Galleria presentazi­one del libro di Ludina Barzini «Solo amore» (Bompiani). Intervengo­no Camilla Baresani, Ferruccio de Bortoli e Filippo Del Corno. Al Teatro Delfino va in scena «Una serata con Maurizio Micheli» di Luca Sandri e Federico Zanandrea a favore dell’associazio­ne Bambini in Romania. Al Teatro dell’Arte da oggi al 1° maggio va in scena lo spettacolo «Fronti. Echi della grande guerra», per clarinetti, live electronic­s e film, di e con Roberto Paci Dalò.

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Pop Collier in conterie e conchiglie veneziano degli anni Cinquanta. A sinistra, spilla in galalite e metallo dorato anni TrentaQuar­anta dalla collezione Franco Jacassi LUDINA BARZINI MICHELI BENEFICO
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FRONTI

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