Il Leonardo cancella il test d’ingresso
La preside del liceo cambia linea: prova «incostituzionale». Era in vigore dal 2011
Dopo cinque anni di test d’ingresso, il liceo scientifico Leonardo da Vinci di via Respighi fa retromarcia. La preside Luisa Amantia ha annunciato l’abolizione della prova orientativa, svolta dal 2011, in quanto «incostituzionale » : « Siamo una scuola pubblica, non possiamo operare una selezione all’entrata». Tra le voci contrarie al test famiglie, sindacati e associazioni dei consumatori.
Contrordine, niente più prova d’ingresso al Leonardo. Il liceo scientifico statale che aveva aperto la stagione del test già cinque anni fa, seguito poi da altre scuole, Volta compreso, adesso ritorna sui suoi passi. «Incostituzionale — taglia corto la preside, Luisa Amantia —. Visto che siamo nella scuola dell’obbligo e dell’inclusione e va garantito il diritto allo studio».
La decisione è stata messa ai voti, e dopo un acceso confronto e più riunioni del Consiglio d’istituto alla fine ha vinto il fronte del no. Dal prossimo anno allora si cambia, abolito il test che dal 2011 hanno affrontato ogni inverno centinaia di ragazzi di terza media per entrare al «Leo», la metà degli ingressi era infatti riservata a chi otteneva il punteggio più alto e gli altri posti venivano poi sorteggiati (anche fra chi non ha sostenuto la prova).
Quest’anno per i 250 posti nelle future prime si sono presentati più di ottocento candidati alla prova, test a risposta multipla con 45 domande, di italiano, matematica e inglese. D’ora in avanti invece per iscriversi allo scientifico di via Respighi gli studenti dovranno presentare il consiglio orientativo formulato dai professori della scuola media e se poi non ci sarà posto per tutti si andrà al sorteggio.
Dietrofront allora, anche se non è stata une decisione unanime, i contrari al test hanno vinto con dieci voti contro sette. «È un tema controverso, se ne discute ogni anno — spiega Cristina Massa, genitore, presidente del Consiglio d’istituto e favorevole alla prova —. Anche se la prova proposta non è selettiva ma orientativa, non preclude l’iscrizione. E a cinque anni dall’introduzione abbiamo visto che i risultati sono positivi: meno abbandoni, meno bocciature».
Il dibattito si era riaperto nelle ultime settimane al Leonardo. Una prima delibera un mese fa riconferma la prova orientativa. Ma quando i professori chiedono di dare più peso al test (e assegnare non il 50 ma il 70 per cento dei posti agli studenti con i migliori risultati) si rimette tutto in discussione. La preside presenta una circolare ministeriale sulle iscrizioni in cui si chiede di evitare test selettivi. Si arriva al voto e la maggioranza è per l’abolizione.
E adesso? «La prova orientativa può anche essere mantenuta per indirizzare le famiglie ma non può essere una selezione all’ingresso, non siamo all’università, a parte il fatto che se ne discute anche lì», dice la preside Amantia, alla guida del Leonardo dallo scorso anno. E aggiunge: «Serve una riflessione. Le voci contrarie sono anche nel sindacato, nella Cgil, come nelle associazioni di consumatori, il Codacons».
Dibattito ancora aperto, comunque. Perché il liceo diviso sul test lo è anche sui nuovi criteri da adottare in caso di esubero di iscrizioni. «Il consiglio orientativo delle medie, che ogni scuola formula in maniera diversa, risulta più discriminante rispetto a una prova che è uguale per tutti», sostiene Massa. «C’è anche chi ha proposto il criterio della zona — dice un professore —. Il Leonardo diventerebbe così un liceo esclusivo per i residenti del centro, siamo alla selezione per censo allora».
«Un criterio però bisogna trovarlo», è il punto dipartenza per tutti. Il tema è centrale in tante scuole superiori. Primo istituto ( non statale) a puntare sulla prova d’ingresso è stato il linguistico Manzoni, dove dal 2010 si presentano all’esame più di mille candidati per i duecento posti disponibili. Ma il problema degli esuberi è soprattutto degli scientifici, l’indirizzo liceale più richiesto. Dopo il Leonardo ha scelto il test pure il Volta e all’Einstein valutano anche i voti in pagella delle medie. Mentre al liceo di via Respighi, a cinque anni dal via, si cambia.
Le voci contrarie Famiglie, sindacati e associazioni dei consumatori si sono opposti all’esame