Da Adrian Paci a Lotto un tour tra le vernici È l’effetto «Art Week»
Dal Dialogo su Lotto a Brera alla performance di Serra al Pac ogni giorno una nuova mostra Così l’Artweek «lancia» il Miart
Solo qualche anno fa sembrava che a Milano non ci fosse spazio per Miart, la fiera di arte moderna e contemporanea in crisi di identità fra gli appuntamenti concorrenti di Bologna e Torino. E invece, edizione dopo edizione, aggiustando la formula, trovando la squadra di curatori giusta (e giovane), e soprattutto chiamando a raccolta l’intera città, il fine settimana di Miart è diventato l’evento intorno a cui prende vita un’intera settimana d’arte, ogni anno più fitta di appuntamenti. Tutti i giorni, a partire da oggi fino a domenica, sono in programma vernici nei musei come nelle gallerie. Il calendario è così affollato che viene da chiedersi se c’è davvero tanto pubblico per tutti questi appuntamenti. Lo vedremo. Ma intanto le file che anche nelle mattine dei giorni feriali si formano davanti alle mostre di Palazzo Reale; i record di visitatori ogni volta battuti dalle aperture speciali del Fai o dalle domeniche al museo, fanno immaginare che anche questa «Art Week» avrà le sue migliaia di «followers».
Si comincia oggi, con l’inaugurazione alle 18 nel complesso museale dei Chiostri di Sant’Eustorgio della personale di Adrian Paci allestita fra il cimitero paleocristiano, la cappella Portinari e la sala dell’Arciconfraternita del museo Diocesano. È la prima volta che il museo ospita una rassegna di arte contemporanea e per questo debutto ha scelto un artista albanese arrivato a Milano nel 1992 con una borsa di studio per un corso di «arte e liturgia» all’Istituto Beato Angelico proprio negli anni in cui la Lega si presentava con lo slogan: «Un voto in più alla Lega, un albanese in meno a Milano». Passando attraverso diverse metamorfosi, da studente a operaio a clandestino, Adrian Paci è riuscito a diventare un protagonista internazionale dell’arte e mercoledì, alle 19, anche la sua galleria milanese, Kaufman Repetto, gli dedicherà una personale. Martedì ci si trasferisce al Pac per l’inaugurazione con performance (a inviti) di «Mea culpa» di un altro big dell’art system: il madrileno Santiago Serra, altro artista politicamente impegnato che usa un simbolismo complesso ed emotivo. Mercoledì tocca a Palazzo Reale dove viene inaugurata la mostra di Charlotte Salomon, talentuosa pittrice berlinese, segnata dal suicidio della madre e della nonna e infine inghiottita, a 26 anni, dall’orrore di Auschwitz. All’albergo Diurno Venezia di piazza Oberdan, a partire dalle 18 fino alle 22, su può visitare il progetto di Flavio Favelli voluto dal Fai. Da lì, a piedi, si può raggiungere la galleria di Giò Marconi dove torna Markus Schinwald che nel 2011 ha rappresentato l’Austria alla Biennale di Venezia con un percorso labirintico che incantava per intelligenza e bellezza.
Ed eccoci a giovedì quando la Pinacoteca di Brera aprirà gratuitamente le porte al pubblico per il «Quarto dialogo» dedicato a cinque ritratti di Lorenzo Lotto, il pittore che, schiacciato dalla «grande maniera» di Tiziano, fu costretto a lasciare Venezia per trovare lavoro fra Bergamo e le Marche. Alle 18, a inviti, inaugura anche il Miart che aprirà al pubblico da venerdì a domenica 2 aprile, mentre l’opening della grande antologica «Il cacciatore bianco» dedicata all’arte africana contemporanea e allestita al Centro per l’arte contemporanea FM di via Piranesi è fissato dalle 20 alle 23.30. Venerdì, infine, al Castello Sforzesco inaugura «Archeologia del Cenacolo», un’ampia e curiosa ricognizione sulla fortuna dell’immagine leonardesca in stampe e foto dal Cinquecento ad oggi, mentre alla Triennale apre il nuovo allestimento del museo del Design dedicato ai giochi «Giro giro tondo».