Corriere della Sera (Milano)

Nomina «lenta» per l’arcivescov­o del dopo Scola

- Di Gian Guido Vecchi

Nel seguito del Papa, sabato, si invitava a non pensare che la nomina del successore del cardinale Scola fosse «immediata». Non c’è fretta, anche perché la scelta del nuovo arcivescov­o di Milano sarà la nomina più difficile e delicata del pontefice. Non è facile trovare un profilo del livello pastorale e spirituale richiesto dalla cattedra di Ambrogio. Che non sia «immediata», significa che non c’è da attendersi un annuncio nelle prossime settimane. Ma sui tempi, in Vaticano, nessuno azzarda previsioni. Francesco ascolta tutti e decide da solo. Quando, all’inizio di marzo, il Papa ha incontrato i parroci romani, nel Palazzo del Laterano c’era la convenzion­e che avrebbe annunciato il nuovo Vicario: non è andata così, la nomina avverrà entro la festa dei santi Pietro e Paolo, il 29 giugno. Per Milano potrebbe essere negli stessi giorni. Del resto sia Tettamanzi sia Scola furono nominati il 28 giugno, in modo che potessero fare ingresso in città a settembre, l’inizio dell’anno pastorale. In ogni caso, lo sa solo il Papa. Tra le tante immagini splendide di sabato, comunque, resterà l’abbraccio tra Francesco e Scola, l’applauso ammirato del Papa quando l’arcivescov­o gli ha «donato» i 55 appartamen­ti che verranno dati a famiglie bisognose, la voce incrinata dall’emozione del cardinale mentre chiedeva alla Madonnina di «stendere sempre un lembo del suo manto a protezione del Successore di Pietro». In Duomo, accanto a Scola, Francesco ha parlato dell’«unità nelle differenze» che «viene dallo Spirito» e «ci fa crescere nella Chiesa». Una grande lezione del Papa e dell’arcivescov­o, per tutti.

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