«Le sue parole danno coraggio ai musulmani nati in questo Paese»
Casa della cultura islamica Il presidente Asfa Mahmoud
«N on ho mai provato un’emozione così grande e sono sicuro che le parole e i gesti di questo Papa avranno presa su tutte le persone di buona volontà». Asfa Mahmoud è il presidente della Casa della cultura islamica di via Padova: con la figlia Nibras sabato era in Duomo per ascoltare papa Francesco. La sorpresa gli è arrivata alla fine quando il Pontefice, accompagnato dall’arcivescovo, si è fermato per stringere la mano a entrambi. «Mi sembrava già una cosa enorme aver potuto partecipare all’evento — spiega Mahmoud — e quando si è avvicinato non ci è parso vero. Mia figlia si è commossa come mai le era accaduto nella vita e io l’ho ringraziato per le sue parole sul dialogo e la sua testimonianza di apertura al nostro mondo». La comunità di via Padova ha indirizzato una lettera a papa Francesco, in occasione della sua venuta a Milano, anche per chiedere che faccia sentire la sua voce a favore di quella moschea che i politici locali ancora non hanno saputo autorizzare. «Abbiamo tutti grande fiducia in papa Francesco — aggiunge Mahmoud — e durante il mio sermone di venerdì scorso ho annunciato che sarei stato in Duomo. I miei fratelli erano tutti molto contenti che fossimo anche noi presenti ad accoglierlo». Il pregio di questo Pontefice? «Non ha mai fatto confusione fra Islam e terrorismo, come invece fanno molti. E le sue parole servono ogni volta a dare coraggio soprattutto ai nostri giovani, quelli che sono nati in questo Paese, si sentono cittadini di questo Paese e non possono accettare alcuni atteggiamenti di chiusura e odio amplificati da certa opinione pubblica».