Le ex cattedrali del divertimento tra abbandono e rifugi di malavita
Luna park, trenino, kartodromo: viaggio nel degrado di aziende naufragate
Da luoghi di incontro e svago ad aree desolate, abbandonate al degrado. Simboli di scelte, imprenditoriali e politiche, nate e fallite nel giro di pochi anni. Dall’ex cinema multisala «cinese» di Muggiò, al «Macello Park» che avrebbe dovuto, nelle intenzioni di partenza, catalizzare la gioventù di Monza. O il kartodromo di Cinisello Balsamo, ormai divorato da un vasto incendio, e sulla cui area oggi indaga la Procura. E ancora l’ex luna park di Limbiate, la cosiddetta «città satellite», oggi ingoiata dai boschi del parco delle Groane. Progetti creati per aggregare giovani e famiglie, ma naufragati tra sporcizia e rifiuti. O tramutati in palestra per vandali e piromani, come l’ex cinema a 15 sale costruito in blocchi di cemento tra Muggiò e Nova Milanese nei primi anni 2000, a ridosso di una vecchia Cascina lombarda abbandonata sui prati del Parco del Grugnotorto, un’area protetta che abbraccia più comuni.
Del Magic Movie Park, oggi, ci si rammenta solo quando qualcuno si diverte a dare fuoco ai cumuli di immondizia che circondano il perimetro. La situazione non migliora all’interno: nemmeno un vetro rimasto integro, le pareti in cartongesso sventrate. E i pavimenti di moquette rossa lercia ricoperti di contenitori per i pop corn e altri avanzi di quello che, per un breve periodo, è stato anche centro commerciale cinese. Impresa naufragata tra investimenti di dubbia provenienza e debiti per 50 milioni di euro, inchieste della magistratura, condanne per bancarotta e decine di commercianti cinesi truffati. Due anni fa anche il sindaco Maria Fiorito parlava di «progetti di rilancio dell’area». Uno più entusiasmante dell’altro: da possibile campus universitario a cittadella dello sport, per una struttura costata 20 milioni e messa all’asta (senza successo) a soli 3 milioni (ma con l’imponente carico di debiti arretrati).
Oggi resta dimenticata, almeno fino al prossimo incendio, come quello che lo scorso 11 marzo ha devastato il Pala K di via Matteotti, a Cinisello, la pista dei kart in cui aveva investito anche l’ex attaccante di Inter e Milan Mario Balotelli. Il tendone sotto cui correvano in pista i go kart elettrici (il primo in Italia) è ben presto diventato un rifugio per nomadi e senzatetto. Il rogo ha conferito all’impianto un’aria spettrale. Prima che le fiamme lo divorassero, le ultime notizie del Pala K arrivavano dal Palazzo di giustizia di Monza, che indaga per corruzione su un presunto patto illecito tra politica locale e imprese, per la riqualificazione dei terreni del cosiddetto ex polo del divertimento.
Pochi chilometri, e ci si imbatte in un’altra area dove il divertimento resta solo uno sbiadito ricordo. Dello Skate Park dell’ex Macello di via Procaccini, a Monza, resta solo il moncone di una rampa per le evoluzioni dei fanatici della tavola. Voluto nel 2010 dalla amministrazione dell’epoca (centrodestra), doveva essere tempio per gli appassionati di skate, parkour e cultura di strada. Ma è durato solo un paio d’anni, prima di trasformarsi in un triste spiazzo cosparso di detriti. Uno scenario di decadenza urbana monzese, molto diverso da quello che avvolge il vecchio Luna Park di Limbiate, nato a metà degli anni 60. La stazione del trenino che portava le famiglie a fare il giro dell’oasi, le montagne russe, il laghetto artificiale, gli autoscontri: tutto sepolto dalla vegetazione che, da una decina d’anni, ha preso il sopravvento. Si chiamava Greenland, e «c’era sempre vita», racconta Giulio, in vestaglia sul balcone di una delle poche case abitate a ridosso del vecchio ingresso. «Bambini, famiglie, giovani. Che bellezza. Oggi si sta tranquilli fino a che c’è luce, poi, col buio, meglio chiudersi in casa, girano certe facce che non vi dico». In lontananza, tra cartelli crivellati dai fori dei pallettoni, c’è un piccolo accampamento di nomadi. La vecchia locomotiva del trenino se la sono presa loro, per farci giocare i bambini.