Pranzo a scuola con i migranti Insorge la Lega
Un pranzo con quattro richiedenti asilo nigeriani sta creando scompiglio nel tranquillo paese di Azzate (Va). La scuola primaria ha in corso un progetto sui piatti del mondo ideato dalla cooperativa che ha vinto l’appalto mensa: saltuariamente, ai piccoli alunni vengono servite specialità che non sono propriamente lombarde. Per domani il menù prevede una sorta di pranzo nigeriano a cui parteciperanno anche quattro giovani che sono ospitati presso una struttura del Comune e che svolgono lavori socialmente utili tra parchi e scuole. L’idea che i nigeriani siedano in mensa con gli altri bambini, e che nei piatti siano servite ricette ispirate a quelle africane, ha fatto arrabbiare la Lega Nord. Il segretario regionale Paolo Grimoldi interviene con durezza: «Al posto che incentivare i piatti a chilometro zero, come stanno invece facendo i sindaci della Lega Nord nei loro Comuni, si propinano cibi di altri continenti, spacciandoli tra l’altro per piatti cucinati dai profughi». Protesta anche il consigliere regionale di Varese, Emanuele Monti: «Invece che dar da mangiare ai bambini la curcuma, o altra roba improbabile, si dovrebbe pensare prima agli italiani e si dovrebbe applicare la legge regionale che tutela la lingua lombarda». Azzate è noto nella zona per un locale che si chiama, in lombardo, la «Locanda dei mai intees» (nel senso dei malintesi) ed è più o meno questo il concetto che l’amministrazione controbatte alla Lega. «Proporre cibi di altre regioni del mondo fa parte del piano formativo delle scuole — osserva il sindaco Gianmario Bernasconi (civico vicino al Pd) —e i quattro nigeriani sono già conosciuti in paese, puliscono le strade e ci aiutano nella manutenzione del verde». Il menù di domani prevede cosce di pollo con pomodori, fagioli, patate in umido, riso thai aromatizzato con curcuma. Quest’ultimo è forse un piatto un po’ speziato ma la curcuma oggi è molto di moda per via delle diete bio e macrobiotiche. I migranti non cucineranno. I cuochi saranno quelli di sempre, con regolare libretto sanitario e il progetto della mensa multietnica si chiama «Sapori del mondo, piatti senza frontiere».