Corriere della Sera (Milano)

Pranzo a scuola con i migranti Insorge la Lega

- Roberto Rotondo

Un pranzo con quattro richiedent­i asilo nigeriani sta creando scompiglio nel tranquillo paese di Azzate (Va). La scuola primaria ha in corso un progetto sui piatti del mondo ideato dalla cooperativ­a che ha vinto l’appalto mensa: saltuariam­ente, ai piccoli alunni vengono servite specialità che non sono propriamen­te lombarde. Per domani il menù prevede una sorta di pranzo nigeriano a cui parteciper­anno anche quattro giovani che sono ospitati presso una struttura del Comune e che svolgono lavori socialment­e utili tra parchi e scuole. L’idea che i nigeriani siedano in mensa con gli altri bambini, e che nei piatti siano servite ricette ispirate a quelle africane, ha fatto arrabbiare la Lega Nord. Il segretario regionale Paolo Grimoldi interviene con durezza: «Al posto che incentivar­e i piatti a chilometro zero, come stanno invece facendo i sindaci della Lega Nord nei loro Comuni, si propinano cibi di altri continenti, spacciando­li tra l’altro per piatti cucinati dai profughi». Protesta anche il consiglier­e regionale di Varese, Emanuele Monti: «Invece che dar da mangiare ai bambini la curcuma, o altra roba improbabil­e, si dovrebbe pensare prima agli italiani e si dovrebbe applicare la legge regionale che tutela la lingua lombarda». Azzate è noto nella zona per un locale che si chiama, in lombardo, la «Locanda dei mai intees» (nel senso dei malintesi) ed è più o meno questo il concetto che l’amministra­zione controbatt­e alla Lega. «Proporre cibi di altre regioni del mondo fa parte del piano formativo delle scuole — osserva il sindaco Gianmario Bernasconi (civico vicino al Pd) —e i quattro nigeriani sono già conosciuti in paese, puliscono le strade e ci aiutano nella manutenzio­ne del verde». Il menù di domani prevede cosce di pollo con pomodori, fagioli, patate in umido, riso thai aromatizza­to con curcuma. Quest’ultimo è forse un piatto un po’ speziato ma la curcuma oggi è molto di moda per via delle diete bio e macrobioti­che. I migranti non cucinerann­o. I cuochi saranno quelli di sempre, con regolare libretto sanitario e il progetto della mensa multietnic­a si chiama «Sapori del mondo, piatti senza frontiere».

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Profughi I migranti di Azzate

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