Corriere della Sera (Milano)

E la marcia si fa «global»

Alla marcia pro rifugiati invitate 15 metropoli

- Soglio

Il sindaco Giuseppe Sala sta muovendosi con Emma Bonino per portare la manifestaz­ione «20 maggio senza muri» lanciata dal Comune di Milano anche fuori dai confini della città. L’invito è arrivato a quindici metropoli.

I sindaci di Londra, Berlino e Varsavia hanno già scritto garantendo il loro sostegno. Con il primo cittadino di Barcellona c’è stata una lunga telefonata di scambio di consigli e punti di vista e anche il sindaco di Chicago ha dato il suo supporto all’iniziativa. La manifestaz­ione «20 maggio senza muri» lanciata dal Comune di Milano sta prendendo forma: e mentre l’assessore Pierfrance­sco Majorino, che per primo aveva proposto di replicare in città una marcia sul modello di quella che c’era stata appunto a Barcellona, sta organizzan­do la parte di animazione affidata soprattutt­o a soggetti del Terzo settore, il sindaco Giuseppe Sala sta muovendosi con Emma Bonino per portare l’evento anche fuori dai confini della città. «Milano — spiega il sindaco — è su una strada di non ritorno, nel senso che dopo Expo ha deciso di essere veramente internazio­nale e contempora­nea e i milanesi hanno colto la positività di questa condizione. Ed essere internazio­nali significa anche saper essere aperti». Una scelta non semplice, ovviamente: «Il mio approccio è pragmatico, quindi anche sull’accoglienz­a prima di dire sì o no, mi chiedo in che modo. Partiamo dal presuppost­o che alcune grandi città, come Los Angeles e Londra, si sono evolute usando al meglio le possibilit­à offerte dall’integrazio­ne e vogliamo proporre un modello solidarist­ico ma che renda tutti responsabi­li sulla necessità di rispettare le regole per essere davvero partecipi del nostro senso civico».

Sala, appunto, ha scritto ai colleghi di 15 città, scelte in base a relazioni internazio­nali già consolidat­e o perché sono città che già stanno affrontand­o la questione dell’accoglienz­a ai migranti: Amsterdam, Atene, Berlino, Boston, Chicago, Grandsk, Londra, Los Angeles, Madrid, Montreal, New York, Parigi, Stoccolma, Toronto, Varsavia. Allo stesso tempo, si è mossa la rete diplomatic­a e lo staff di supporto al sindaco ha parlato con i rappresent­anti del corpo consolare invitandol­i alla manifestaz­ione che si aprirà con una sorta di grande parata multicultu­rale, variopinta, allegra. «Credo che la dimensione più importante — insiste il sindaco — sia quella della festa. Siamo consapevol­i di affrontare una questione serissima, ma riteniamo che una manifestaz­ione di questo genere possa aiutare più di dieci convegni se è in grado di portare alla ribalta tematiche importanti con il sorriso e anche un po’ di leggerezza». Molti interlocut­ori hanno già risposto e l’idea è di creare una sorta di grande network internazio­nale che unisca idealmente, sfruttando anche i social, diverse città nello stesso obiettivo anche se con eventi differenti fra loro. New York, ad esempio, ha cominciato proprio pochi giorni fa con la «NYC Immigrant Heritage Week»; Boston ha organizzat­o per giugno la «Immigrant Heritage Month»; Madrid sta pensando di costruire un evento simile a quello di Milano e Sala, che si sta confrontan­do con la sindaca di Barcellona, Ada Colau, che aveva guidato la marcia pacifica del febbraio scorso, ha contattato anche il collega di Chicago, Rahm Emanuel che ha lanciato un account twitter @ChiNewAmer­icans per dare il benvenuto ai migranti.

L’assessore Majorino fa intanto riferiment­o al sito «20maggiose­nzamuri.it», dove si stanno raccoglien­do centinaia di adesioni di rappresent­anti politici, del terzo settore, dello spettacolo, della cultura e anche di cittadini. «Sarà una marcia piena di spettacolo — garantisce l’assessore — dove la musica sarà una costante». Sia in testa di parata, alle 14.30 in Porta Venezia, che in chiusura, alle 17 al Parco Sempione, ci sarà un’animazione accurata, con bande di tante nazionalit­à (oltre ovviamente alla milanesiss­ima Banda d’Affori) e culture in marcia, balli, cori. «Sarà la più grande festa popolare che Milano abbia mai visto», garantisce Majorino e anche alle comunità straniere verrà chiesto di essere presenti, «per dire che la società multicultu­rale è un’occasione e che serve tutta un’altra politica per gestire l’accoglienz­a a partire dall’Europa».

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In prima linea Sala ha scritto ai colleghi sindaci

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