Corriere della Sera (Milano)

DEVOLUTION A VOLTE RITORNANO

- Di Massimo Rebotti

Sembrava il tema di un’altra epoca, quella della Lega federalist­a di Bossi e del professor Miglio, e invece i referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto sono temi di oggi. Per l’esattezza del prossimo ottobre quando — il presidente lombardo Maroni lo ha annunciato ieri — nelle due regioni si voterà su un referendum consultivo. Rispetto ai tempi della devolution, o delle suggestion­i secessioni­ste di qualche anno fa, diverse cose sono cambiate, intanto dentro alla stessa Lega. Proprio quando il leader attuale Matteo Salvini vira verso un partito «nazionale» — ieri, per dire, ha appreso la notizia mentre era a Catania per un’iniziativa — i «suoi» governator­i rispolvera­no l’autonomia regionale. Salvini si è detto entusiasta e ha risolto la «contraddiz­ione» così: «Sogno un’unità che rispetti le diversità». Il secondo cambiament­o riguarda gli altri partiti: se un tempo sul tema la Lega era abbastanza isolata, ora la questione è più trasversal­e. Nel Pd, il sindaco di Bergamo Gori, uno dei possibili candidati alle Regionali del 2018, si era detto teoricamen­te favorevole (ieri però ha precisato che, vista la disponibil­ità del governo, il voto ora è «inutile»), mentre i Cinquestel­le lombardi si sono già espressi per il sì e ora accusano Maroni di aver aspettato perfino troppo. In effetti, di una consultazi­one in Lombardia si parla da tempo, il voto però dovrebbe arrivare pochi mesi prima delle Regionali: l’autonomia dei lombardi sarà quindi un tema autentico o solo il riscaldame­nto per arrivare «in forma» alle elezioni?

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