Fiera, l’ad designato rinuncia dopo l’altolà del Tribunale
Anche il presidente pronto a fare un passo indietro
Appena designato, Corrado Colli rinuncia all’incarico di amministratore delegato di Fiera Milano spa. Il manager ritira la propria candidatura dopo che il Tribunale aveva sollevato dubbi di opportunità legati ad alcuni passaggi del suo curriculum. Anche il designato presidente, Alberto Baldan, fa marcia indietro e rinuncia alla carica. Resterà soltanto consigliere. Per la presidenza circola il nome del docente dell’Università Cattolica Lorenzo Caprio. Per il ruolo di amministratore delegato quello di Roberto Giacchi.
L’atteso passo indietro c’è stato, quasi doppio. Salta la designazione di Corrado Colli come nuovo ad di Fiera Milano spa, dopo che il Tribunale aveva sollevato dubbi di opportunità legati a parte del suo curriculum. Il manager ritira la propria candidatura obtorto collo, d’accordo con il presidente di Fondazione Fiera Giovanni Gorno Tempini, che pure fino all’ultimo gli aveva confermato la fiducia, caldeggiandolo presso i consiglieri. Ma anche il designato presidente, Alberto Baldan, fa marcia indietro e pur rimanendo nel Cda, retrocederebbe a semplice consigliere. Al posto di presidente potrebbe andare invece il docente della Cattolica Lorenzo Caprio.
Di questi passaggi i membri del Comitato esecutivo sono stati informati solo ieri pomeriggio, alla vigilia dell’assemblea di Fiera Milano che oggi nomina il nuovo Cda. Che a questo punto ha solo otto membri: il nono, l’ad, è ancora da cooptare.
Sottotraccia circola già il nome di Roberto Giacchi, ai vertici di Poste Italiane, e in seconda battuta Ugo De Carolis, ad di Aeroporti di Roma, la cui eventuale disponibilità, secondo alcune fonti, sarebbe già stata sondata dai vertici di Fondazione. Mentre l’ipotesi di un nuovo processo di selezione aperto, e non per forza condotto dal cacciatore di teste Russell Reynolds, pare scartato, per questioni di tempo. Per ora comunque le deleghe operative della posizione vacante di ad di Fiera sarebbero rimesse nelle mani del nuovo Cda.
Colli, da parte sua, si dice «contrariato» e spiega al Corriere: «Ho dovuto prendere atto che non vi sono più le condizioni per svolgere l’incarico. Credo di avere tutti i requisiti e nessun impedimento personale o giuridico per svolgerlo, mi spiace molto dover rinunciare».
In passato il dirigente è stato coinvolto nel processo per la bancarotta fraudolenta di Opengate, prima società a quotarsi sul Nuovo mercato, e prima a fallire. Sul manager, nel gruppo fino al 2003 (la società era già insolvente nel 2002), pendevano tre capi di imputazione. Per due è stato assolto con formula piena. Mentre per il terzo, collegato al primo, ci fu la prescrizione. Da qui le perplessità della Procura e la cautela del Tribunale con la raccomandazione di valutare anche gli aspetti legati alla reputazione, visto che un ramo di Fiera Milano resterà ancora per mesi in amministrazione giudiziaria.
Gorno Tempini (tra l’altro ex ad di Caboto, banca sponsor, ai tempi, di Opengate) è rimasto fermo sulle nomine fatte (salvo poi, in extremis e proprio all’ultimo minuto, orientarsi verso una scelta prudente). «Penso di essere stato difeso da lui e dal vice presidente Dario Frigerio, l’ho apprezzato molto», riconosce Colli. Che però si toglie un ultimo sassolino dalla scarpa: «Non ho mai nascosto informazioni sulla vicenda Opengate, nella selezione svolta da Russell Reynolds. E avevo autorizzato tutte le verifiche reputazionali anche presso il Tribunale che avessero ritenuto necessarie, con la massima trasparenza».
Per Fiera Milano, che quest’anno darà vita a nove manifestazioni (in corso la nuova Tempo di libri), il vortice giudiziario era partito in luglio 2016. Commissariata la controllata Nolostand per i presunti legami di un fornitore con Cosa nostra, a ottobre l’amministrazione giudiziaria è stata disposta anche per un ramo di Fiera spa. In dicembre, per evitare il commissariamento all’intera società quotata chiesto dalla procura, il Cda che ora decade aveva dato le dimissioni. Con decorrenza, però, 21 aprile.