NORDISMO QUESTIONE APERTA
Matteo Salvini ha vinto il suo match. È stato rieletto, e bene, segretario della Lega. Eppure la partita che si è aperta nel movimento, con l’abbandono del tradizionale nordismo, rischia di non essere affatto conclusa. La sfida nazionale del leader milanese, oltre a cambiare nel profondo la fisionomia del partito che fu di Umberto Bossi, non potrà che riflettersi sullo scenario politico lombardo (anche perché la disputa all’interno della Lega era tutta lombarda) e sui prossimi appuntamenti: il referendum sulle autonomie lombarde, il 22 ottobre, e le elezioni regionali della prossima primavera. Il «prima gli italiani» di Salvini rischia di riaprire antiche questioni proprio in vista del referendum. Il segretario leghista lo rivendica — anzi, ritiene che proprio la forza elettorale da lui raggiunta lo abbia reso possibile — eppure sarà inevitabile che il tema riapra la discussione che pareva chiusa dalla sua vittoria congressuale. Perché le autonomie al centro del referendum sono soprattutto danée. Quattrini in più da tenere in Lombardia, in meno da mandare a Roma e al Sud. Lo dice lo stesso governatore Roberto Maroni, lo ha detto ieri Luca Zaia al congresso di Parma. Insomma: Salvini dice che la Lega è al fianco delle Regioni del Sud eppure, proprio nelle Regioni controllate dalla Lega, si organizza un referendum con la parola d’ordine di ridurre i trasferimenti. Lo sfidante di Salvini, Gianni Fava, ha già cominciato ricordando alcuni numeri da brivido riguardo alle pensioni.
E cioé: su 134 miliardi di entrate Inps, 86 vengono dal Nord e 22 dal Sud. Però, la spesa pro capite media è di circa mille euro al Sud e 474 al Nord. Il tema è fatto apposta per riaccendere discussioni che parevano ormai inattuali, oltre a mettere in difficoltà il leader leghista anche con gli interlocutori del Mezzogiorno. Fava, ex rugbista, difficilmente si farà strappare dalle mani una palla del genere. Il primo banco di prova per Salvini saranno le amministrative dell’11 giugno: se il bottino di voti si rivelasse inferiore alle aspettative da sondaggio, in Lega i malumori contro «il partito da selfie» tornerebbero a farsi sentire. E Fava, sempre lui, sta organizzando, proprio per i giorni successivi alla tornata elettorale, una convention d’opposizione. Ma il nuovo mandato ricevuto da Salvini lo conforta anche nella linea intransigente nei confronti di Forza Italia. Senonché, i paletti che ha già messo sulle future maggioranze in Regione rischiano di essere un ostacolo in più per la costruzione dell’alleanza che in Lombardia governa dal 1995.