Mezzanini Atm, quattro baristi sconfiggono Chef Express
Sospiro di sollievo per quattro gestori dei bar dei mezzanini dell’Atm: non saranno rimpiazzati da Chef Express, la catena contro cui sono in battaglia legale da un anno. Lo ha deciso il Consiglio di Stato che ha ribaltato una sentenza del Tar: la questione non è di competenza del giudice amministrativo perché il rapporto tra Atm e i titolari degli esercizi, non ha natura pubblicistica e quindi Atm è libera di regolarlo come meglio crede. Tutto ha inizio nel 2014. Alla scadenza dei contratti di 110 dei 260 spazi nei mezzanini, di proprietà del Comune e gestiti da Atm, viene indetta una gara di evidenza pubblica per riassegnare i locali. Il bando punta a far prevalere le offerte più vantaggiose, in termini di prezzo e servizi assicurati. La base d’asta è pari all’affitto pagato fino a quel momento e quasi tutti gli esercenti uscenti vincono offrendo poco di più. Ma alcuni di loro si trovano di fronte la catena Chef Express, che presenta offerte elevate, arricchite da ristrutturazioni e servizi. Ai vecchi baristi, Atm garantisce il diritto di prelazione, a condizione che mettano sul piatto un’offerta pari a quella del gruppo Cremonini. Molti accettano, nonostante tali oneri. Chef Express ricorre al Tar contro Atm, Comune e gestori dei bar per i locali alle fermate di San Babila, Lambrate, Loreto e Pagano: chiede l’annullamento della gara. Il Tar gli dà ragione, perché «la prelazione appare lesiva della concorrenza». Ma i quattro baristi impugnano la decisione davanti al Consiglio di Stato. Dopo qualche polemica iniziale, anche Atm si costituisce. Con pronuncia pubblicata il 24 aprile scorso, la quinta sezione annulla la sentenza del Tar, afferma «il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo» perché la questione non ha natura pubblicistica e quindi Atm è libera di garantire il diritto di prelazione. Ora il ChefExpress ha sei mesi per andare in Cassazione. «Siamo felici di questo risultato —– esulta Diego Averna, Cisl – premiata la tenacia dei piccoli contro lo strapotere di gruppi milionari».