Corriere della Sera (Milano)

IL PESCE CANNIBALE A MILANO

- Di Paolo Galli ecologo Bicocca

Il cannibalis­mo è una pratica che in passato era diffusa in diverse popolazion­i umane. Ad esempio nel Museo nazionale delle isole Fiji è esposta la forchetta in legno, provvista di quattro punte e lunga oltre 30 cm, con cui i cannibali locali hanno mangiato la carne del signor Baker. Nella stessa teca è esposta anche la parte di suola rimasta dopo il banchetto con il malcapitat­o. In natura il cannibalis­mo è praticato quotidiana­mente da molti animali: è il caso del pesce «gambusia», presente anche nel reticolo idrico minore della provincia di Milano, che pratica il cannibalis­mo rivolto in particolar­e verso i propri figli. A differenza di quasi tutte le specie ittiche, le gambusie femmine non producono uova ma piccoli avannotti che liberano nell’ambiente alla fine della gestazione. Appena nati, i piccoli devono trovare un rifugio al fine di evitare di diventare pasto per altri pesci ma spesso della propria madre. Non tutti i pesci praticano il cannibalis­mo, ve ne sono alcuni come lo spinarello che al contrario costruisce addirittur­a un nido accudito dal padre che si fa carico di mandare acqua fresca sulle uova con la coda o di cacciare eventuali intrusi. Ovviamente non vi è nulla di sbagliato o di «fuori natura» nella pratica del cannibalis­mo animale. Nel corso dell’evoluzione non ci sono state pressioni alla soppressio­ne della pratica in quanto era in grado, a modo suo, si perpetrare la specie ad esempio eliminando gli individui più deboli incapaci di trovare subito un riparo e nel contempo per la madre di ricavare energie in grado di rifocillar­la dalla fatica della gestazione.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy