Corriere della Sera (Milano)

IL VIA VAI AL MONTE STELLA E IL BISOGNO DI CONTROLLI

- Ferdinando Pazzi gschiavi@rcs.it

Caro Schiavi, Sabato pomeriggio. Dopo un temporale. Colori stupendi, torna il sole. Abito in zona San Siro, molti escono con bambini, a piedi o in bicicletta. Famiglie a spasso a godersi un crepuscolo stupendo. Anche io imbocco a piedi la via Terzaghi con mia moglie e il nostro cane. Ogni 20 metri una ragazza, vestita anzi svestita, esageratam­ente, fa bella mostra di sé al bordo della via. Saranno più meno due dozzine, conciate così, sulla strada. Un padre e due bambini sulla bicicletti­na con le rotelle passano di fianco. Non so cosa dirà il padre a questi bambini. Siamo davanti alla scuola Martin Luther King. Scuola elementare. Piu avanti c è un asilo. Ancora oltre una media. Poi l’ostello di Milano. Queste ragazze sconce occupano in pianta stabile anche tutte le fermate della linea 68. Mia moglie dice che è cosi tutti i giorni a tutte le ore. Dalla mattina alla sera. Sempre indecentem­ente mezze nude, con le mutande e altro in brutta mostra. Sento parlare una di loro, seminascos­ta da un cespuglio, parla straniero, da paese dell’Est, che io frequento per lavoro da anni e dove non ho mai, ripeto mai, visto nulla di simile e di così indecente. Nella nostra zona ci sono comandi di vigili, polizia, carabinier­i. Basterebbe stare appostati 10 minuti per sorprender­e clienti ma soprattutt­o chi le sfrutta. Lo capisco io, basta solo vedere le auto e i tipi loschi parcheggia­ti alla montagnett­a, il nostro Monte Stella. Invece mai nulla, queste ragazze e chi probabilme­nte le sveste in questo modo non temono niente e nessuno. Noi italiani permettiam­o tutto e troppo, lasciamo anche che la normale decenza sia sparita da una strada normale di Milano a ore normali. Anche questa secondo me è una violenza che deve essere combattuta con tutti i mezzi e le leggi che abbiamo e non continuare a far finta di niente.

Caro Pazzi, la prostituzi­one nella zona del Monte Stella non è una novità, sono almeno otto anni che si è consolidat­a anche di giorno, è diventata prepotente e invasiva fino a creare un fenomeno chiamato jogging love, il cliente corre e poi trova quel che cerca a pagamento. Ma come diceva Totò, noi che abbiamo fatto il militare a Cuneo, non ci stupiamo di una certa intraprend­enza, ci colpisce più la disattenzi­one, e visto che la periferia va risanata sappiamo che se si vuole liberare una zona dal mercato del sesso bisogna far girare un po’ di macchine di polizia e carabinier­i. Le belle di giorno, dell’Est e dell’Ovest, si allontanan­o così, con un po’ di retate e controlli su sfruttator­i e clienti.

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