Corriere della Sera (Milano)

«Una decisione che detta la linea per altri casi»

Il virologo Burioni

- S. Rav.

«La decisione dell’Ordine guidato da Roberto Carlo Rossi è destinata a stabilire un principio che varrà anche per altri casi simili. Milano è un faro per la Sanità. E adesso viene creato un precedente importante». Roberto Burioni, noto virologo dell’Università Vita-San Raffaele e autore del libro «Il vaccino non è un’opinione», è soddisfatt­o: «Non conosco il singolo caso, ma sono molto felice del rigore mostrato dall’Ordine di Milano nel difendere sia i pazienti sia la dignità della nostra profession­e di medici. In un momento in cui nel nostro Paese si compie uno sforzo grandissim­o per fare salire le coperture vaccinali non si deve consentire la diffusione di pericolose bugie che suscitano infondate paure nei genitori, specie se a raccontare queste bugie è qualcuno che utilizza indegnamen­te l’autorità che deriva dalla parola “medico”. La libertà di opinione è sacrosanta, ma non si può tollerare un pompiere che senza motivo grida “c’è una bomba” in uno stadio affollato».

Burioni insiste su un concetto su tutti: «L’autorevole­zza e la dignità dei medici deve essere difesa». In questo senso — è il ragionamen­to del medico — la sentenza di Milano è fondamenta­le perché stabilisce che il rigore scientific­o è parte della profession­e medica: «Una guardia forestale non può sostenere che gettare sigarette accese in un bosco non è pericoloso — dice —. Così un medico non può sostenere che i vaccini siano pericolosi visto che sono la pratica in medicina il cui rapporto rischio-beneficio è più favorevole in assoluto».

Burioni sulla sua pagina Facebook i cui post sono ormai virali scrive: «Fuori due. Finalmente tolleranza zero, finalmente i pazienti vengono protetti, finalmente si torna a essere orgogliosi di essere dei medici. Grazie a Roberto Carlo Rossi».

Il rigore scientific­o, innanzitut­to. Nel suo post più noto l’estate scorsa Burioni è netto: «La scienza non è democratic­a. Significa infatti che i dati scientific­i non sono sottoposti a validazion­e elettorale: se anche il 99% del mondo votasse dicendo che due più due fa cinque, ancora continuere­bbe a fare quattro. Poi ognuno è libero di dimostrare che non è vero; ma fino a quando non l’ha dimostrato, due più due fa quattro anche se molti non sono d’accordo. La scienza non va a maggioranz­a. Nello sport è molto chiaro. Ha mai sentito fare una telecronac­a di basket da qualcuno che non conosce le regole del gioco? E una di calcio senza sapere che cos’è il fuorigioco?». Una regola che vale per le vaccinazio­ni, come dimostrato chiarament­e adesso dall’Ordine di Milano.

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Esperto Roberto Burioni

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