Monte Bisbino, blitz nel campo rom «Tutti già denunciati o condannati»
Specialisti in truffe immobiliari. Nell’area roulotte e casette, trovati 4 camper rubati
C’erano 89 persone, e tutte, in passato, hanno avuto problemi con la giustizia, condanne o denunce. I poliziotti del commissariato Quarto Oggiaro hanno iniziato le identificazioni all’alba di martedì, tra case, baracche e roulotte di via Monte Bisbino, estrema periferia Nordovest, all’imbocco dell’autostrada dei laghi. È un riferimento storico nella malavita milanese, quel «campo» in cui molte famiglie rom di origine balcanica hanno acquistato i terreni e costruito piccole abitazioni. Due giorni fa i poliziotti hanno trovato 12 uomini non in regola con i documenti, tutti con precedenti penali, soprattutto per furto: sei, cinque serbi e un albanese, sono stati rimpatriati ieri; altri sei sono in un centro per le espulsioni a Caltanissetta, perché la loro identificazione (dato che non avevano passaporti) sarà un po’ più complessa.
Esistono specializzazioni criminali, e quella di Monte Bisbino negli anni è stata il rip deal, una sorta di truffa/rapina in cui le vittime vengono agganciate per affari immobiliari o commerciali da sbrigare in contanti, che poi spariscono al momento di chiudere gli accordi. Nel tempo però Monte Bisbino è diventato anche un luogo di transito e ospitalità per persone di passaggio, piccoli criminali (soprattutto ladri) che si spostano spesso tra Italia ed Europa, e per questo il commissariato guidato dal dirigente Antonio D’Urso fa controlli costanti; periodiche verifiche sui detenuti agli arresti domiciliari; ogni tanto delle operazioni di identificazione più ampie e complessive, come quella di due giorni fa: in questo caso coordinata con l’Ufficio immigrazione, che ha preso in carico le pratiche per le espulsioni.
Chi viene rimpatriato ha il divieto di tornare in Italia per i cinque anni successivi, e se lo farà potrà essere arrestato anche in caso di un semplice controllo. La vice dirigente dell’Ufficio immigrazione, Marina Andreotti, ha spiegato: «Tutte le persone espulse o da espellere hanno precedenti di polizia» (si tratta di un requisito chiave, quello della «pericolosità sociale», stabilito dalla legge per poter fare un rimpatrio).
Alcune ore sono infine servite alla polizia anche per «identificare» i camper, ne hanno trovati una trentina; con l’aiuto della Polizia locale, attraverso un procedimento con gli acidi, gli agenti hanno «ripulito» i numeri dei telai dei mezzi (su alcuni dei quali erano state montate targhe tedesche); alla fine hanno accertato che quattro di quei camper erano rubati (uno a Pompei). «La soddisfazione più grande — racconta il dirigente Antonio D’Urso — è stata la telefonata a una famiglia milanese alla quale era stato rubato il camper un paio di settimane fa. Avevano speso molto per l’acquisto e l’investimento serviva alle loro vacanze con i due bambini».