«La mia musica fra Jung e Pavese»
Pieralberto Valli tra i nuovi talenti del Mi Ami
Carmen Consoli, Baustelle, Zen Circus, Le Luci Della Centrale Elettrica. Sono alcuni dei nomi nel cast del «Mi Ami», il festival di Rockit, fino a sabato al Magnolia. Un evento nato 13 anni fa per dare visibilità a quella scena musicale cosiddetta «indipendente» di cui oggi si stanno ridisegnando i confini, che quest’anno ci regalerà l’occasione di ascoltare dal vivo artisti e gruppi già noti, nuove scoperte e vere e proprie chicche. Tra queste, il disco «Atlas» di Pieralberto Valli, sul palco stasera alle 21.45: un gioiellino di cantautorato elettronico, con influenze trip hop alla Massive Attack, echi dei Radiohead e testi carichi di profondità e poesia, in parte debitori della lezione di Giovanni Lindo Ferretti.
È il primo album solista per il 37enne romagnolo, già nei Santo Barbaro, che della chiamata al «Mi Ami» si dichiara sorpreso: «Mi sento un pesce fuor d’acqua, ma è la mia confittizie». dizione abituale». «Atlas» non è un disco immediato come tanta musica di oggi, e porta con sé riferimenti letterari e filosofici. «Dentro ci sono Cesare Pavese, Saramago, ma soprattutto Philip Dick e Jung: di loro mi affascina la mescolanza tra irrazionalità, scienza, misticismo e religioni, penso possa aiutare a rispondere a domande come “perché siamo qui?”». «Siamo ostaggio della polvere», canta Valli in «Il rumore del tempo»; «mi aggrappo alla vita fino a sfondarne i rami», dice in «Esodo», quasi la caducità fosse una forza. «Se riconosci di non essere nulla, apprezzi di più ciò che hai”, commenta il cantautore, dai cui testi affiora un forte legame con la natura. «Alberi, mare, cielo, per me sono simboli, ma c’è un lato autobiografico: ora vivo a Roma, ma fino a non molto tempo fa stavo in un paesino sull’Appennino; ci sono andato volontariamente in esilio chiedendo, da insegnante, di essere spedito lì dove nessuno voleva andare. E ho imparato tanto: basta sentire la paura che può farti una passeggiata in un bosco per capire quanto la società e la civiltà ci trasmettano sicurezze Ora è un insegnante di sostegno part-time: «Un mestiere che mi permette di restare artisticamente libero e di comprendere alcuni aspetti della realtà attuale».