Corriere della Sera (Milano)

«La mia musica fra Jung e Pavese»

Pieralbert­o Valli tra i nuovi talenti del Mi Ami

- Raffaella Oliva

Carmen Consoli, Baustelle, Zen Circus, Le Luci Della Centrale Elettrica. Sono alcuni dei nomi nel cast del «Mi Ami», il festival di Rockit, fino a sabato al Magnolia. Un evento nato 13 anni fa per dare visibilità a quella scena musicale cosiddetta «indipenden­te» di cui oggi si stanno ridisegnan­do i confini, che quest’anno ci regalerà l’occasione di ascoltare dal vivo artisti e gruppi già noti, nuove scoperte e vere e proprie chicche. Tra queste, il disco «Atlas» di Pieralbert­o Valli, sul palco stasera alle 21.45: un gioiellino di cantautora­to elettronic­o, con influenze trip hop alla Massive Attack, echi dei Radiohead e testi carichi di profondità e poesia, in parte debitori della lezione di Giovanni Lindo Ferretti.

È il primo album solista per il 37enne romagnolo, già nei Santo Barbaro, che della chiamata al «Mi Ami» si dichiara sorpreso: «Mi sento un pesce fuor d’acqua, ma è la mia confittizi­e». dizione abituale». «Atlas» non è un disco immediato come tanta musica di oggi, e porta con sé riferiment­i letterari e filosofici. «Dentro ci sono Cesare Pavese, Saramago, ma soprattutt­o Philip Dick e Jung: di loro mi affascina la mescolanza tra irrazional­ità, scienza, misticismo e religioni, penso possa aiutare a rispondere a domande come “perché siamo qui?”». «Siamo ostaggio della polvere», canta Valli in «Il rumore del tempo»; «mi aggrappo alla vita fino a sfondarne i rami», dice in «Esodo», quasi la caducità fosse una forza. «Se riconosci di non essere nulla, apprezzi di più ciò che hai”, commenta il cantautore, dai cui testi affiora un forte legame con la natura. «Alberi, mare, cielo, per me sono simboli, ma c’è un lato autobiogra­fico: ora vivo a Roma, ma fino a non molto tempo fa stavo in un paesino sull’Appennino; ci sono andato volontaria­mente in esilio chiedendo, da insegnante, di essere spedito lì dove nessuno voleva andare. E ho imparato tanto: basta sentire la paura che può farti una passeggiat­a in un bosco per capire quanto la società e la civiltà ci trasmettan­o sicurezze Ora è un insegnante di sostegno part-time: «Un mestiere che mi permette di restare artisticam­ente libero e di comprender­e alcuni aspetti della realtà attuale».

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Esordio Primo album per Pieralbert­o Valli, 37 anni, già nei Santo Barbaro

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