Corriere della Sera (Milano)

Svolta per la Veneranda Fabbrica Confalonie­ri alla guida del Cda

Il manager eletto presidente. In Consiglio anche il rettore del Politecnic­o

- di Elisabetta Andreis

Torna ai vertici della Veneranda Fabbrica del Duomo un presidente laico, di nomina non ecclesiast­ica: Fedele Confalonie­ri, braccio destro di Silvio Berlusconi già alla testa di Mediaset, succede a monsignor Gianantoni­o Borgonovo. A sua volta l’arciprete, nel dicembre 2014, aveva sostituito Angelo Caloia, costretto alle dimissioni sulla scia della complessa inchiesta vaticana ancora in corso.

Le nomine del Consiglio di amministra­zione sono triennali e avvengono per decreto del ministero degli Interni. I membri sono sette: cinque su indicazion­e diretta del Viminale e due su indicazion­e dell’arcivescov­o.

Il presidente uscente, monsignor Borgonovo, è stato l’unico ecclesiast­ico nella storia della Veneranda Fabbrica. «Farò quanto possibile per rappresent­are tutti i milanesi, in collaboraz­ione con gli altri membri del Cda», sono state le prime parole di Confalonie­ri, che guida un Consiglio composto da figure di spessore, anche in campo managerial­e. Nel Cda entrano — entrambi su nomina diretta del Viminale — il rettore del Politecnic­o Ferruccio Resta e l’imprendito­re e Cavaliere del lavoro Luigi Roth, da venticinqu­e anni unico milanese Gentiluomo del Papa. «Sono fiero di svolgere il servizio nella sede vaticana, e di accogliere insieme al Papa le grandi personalit­à in visita — dice Roth —. Ma sono altrettant­o orgoglioso, adesso, di questo ruolo». Nuovo ingresso, infine, per l’avvocato cassazioni­sta Claudio Sala, indicato invece dall’arcivescov­o, in questo caso il cardinale Angelo Scola, che oggi è amministra­tore apostolico in attesa dell’ingresso in Diocesi di monsignor Mario Delpini, appena scelto da papa Francesco per guidare la Diocesi. Restano nel board Giorgio Squinzi, Simona Beretta e lo stesso Borgonovo, mentre esce dopo più di vent’anni il docente Carlo Secchi, con Carlo Azzimonti e Gigi Martinoli.

Il presidente è stato eletto al termine di un lungo consiglio di amministra­zione, dove era già sedeva da anni. Milanese, classe ’37, fin dai tempi dell’università Statale amico di Berlusconi, ha ricoperto vari ruoli di responsabi­lità in aziende del Biscione. Presente nell’organo direttivo di Confindust­ria e Assolombar­da, è stato anche presidente dell’Orchestra Filarmonic­a del Teatro alla Scala. Va ora a dirigere la Fabbrica, ente di natura pubblica nato nel 1387 per costruire e gestire la complessa «macchina» della cattedrale, che oggi muove 30 milioni l’anno. Di questi, il 20 per cento circa arriva da contributi da enti pubblici (sia nazionali che locali).

Il Duomo è visitato da 5 milioni di persone l’anno. Nelle prime settimane di luglio, sono entrati ogni giorno circa 7 mila turisti e fedeli, gli unici che non pagano il biglietto introdotto per Expo e poi rimasto in vigore. Quella della Veneranda è la prima nomina dell’«era» Delpini: oltre a trasferire i due ruoli che finora ha ricoperto lui (vicario generale e responsabi­le della formazione del clero), all’ex vicario di Scola restano ora da ridefinire i vertici dell’Istituto Toniolo.

Alternanza Con il braccio destro di Berlusconi torna il vertice laico «Rappresent­erò tutti»

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Nel board Fedele Confalonie­ri, classe ‘37, è il presidente
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Ingegnere Ferruccio Resta, 48 anni
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Industrial­e Giorgio Squinzi, 74 anni

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