Il sindaco «riapre» le primarie: voto in primavera, vanno fatte
Regionali, la linea Gori: serve un centrosinistra ampio
«Se andassimo a votare presto, credo non sarebbe necessario. Se, come pare, si andrà a votare in primavera, probabilmente le primarie andranno fatte». Cambiano le date e cambiano anche le posizioni. Beppe Sala — che ieri ha anche incontrato il sindaco di Chicago Rahm Emanuel, arrivato a Milano per due giorni di visita — è stato tra i primi, se non il primo, a «benedire» ed esortare la discesa in campo del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori. Tanto che meno di un mese fa aveva chiuso la porta alla sfida interna al Pd e al centrosinistra: «Le primarie non sono un obbligo». Ma un mese fa le condizioni erano diverse e la prospettiva di un voto anticipato era sulla bocca di tutti. Adesso, che si parla di una conclusione a scadenza della legislatura, le prospettive cambiano. Difficile che l’uscita non sia stata concordata con Gori. Ieri, i due hanno cenato insieme alla Festa dell’Unità, prima che il sindaco di Bergamo salisse sul palco per il suo intervento. E le dichiarazioni di Gori sembrano andare nella direzione delle parole di Sala: «C’è la mia disponibilità a candidarmi a condizione che ci sia un sostegno molto ampio. Per vincere dobbiamo costruire un’alleanza più larga possibile. È essenziale avere un rapporto positivo con la sinistra e il civismo. Sono più le cose che ci uniscono da quelle che ci dividono. Poi saranno loro a decidere chi sarà il candidato». A questo punto, la scelta finale se utilizzare o meno le primarie arriverà a settembre.
Intanto, qualcosa si muove per l’Ema. Lunedì il premier Paolo Gentiloni sarà a Milano per presentare il dossier di candidatura all’Agenzia del Farmaco Ue. Mentre oggi arriverà al Parenti Matteo Renzi per parlare del suo libro con il direttore del
Corriere, Luciano Fontana. Nessun incontro tra Renzi e Sala.