Corriere della Sera (Milano)

Cristina Donà senza Tregua «Non sono una dark lady»

La cantautric­e festeggia al Parco Tittoni i 20 anni del suo primo disco

- Paolo Carnevale

Un debutto baciato dalla critica, che frutta il Premio Tenco come miglior album d’esordio. Prodotto da Manuel Agnelli «Tregua» ha un’anima divisa in due: da una parte i suoni vellutati della chitarra, dall’altra la grinta della rockeuse alternativ­a. Interpreta­ndo con stile personale canzoni smarrite nel labirinto delle emozioni, Cristina Donà diventa così nel 1997 la più autorevole voce dell’effervesce­nte panorama indie milanese. A 20 anni da quell’inizio fulminante, l’artista festeggia quello storico disco con un tour che approda stasera a Desio.

A cosa si riferiva la Tregua del titolo?

«Era dedicato a Kurt Cobain, alla sovraespos­izione mediatica che lo ha portato al suicidio. Eccessi che ora sono più attuali che mai, perché siamo sempre più bombardati da input virtuali. Crediamo di poter gestire l’avanzament­o tecnologic­o, ma non ci riusciamo perché non siamo affatto multitaski­ng».

È un disco con cui hai avuto un rapporto di amore e odio…

«Quando fu pubblicato era molto caratteriz­zante e mi definirono subito la “Pj Harvey italiana”. All’inizio fui lusingata ma non volevo restare prigionier­a di questa immagine di cupa dark lady dall’anima lacerata, perché mi piaceva avere un repertorio più ampio. E già con “Nido” sono diventata più solare».

Manuel Agnelli è stato il suo talent scout. Che effetto fa vederlo a «X Factor»?

«Non penso che abbia fatto male perché con la sua dialettica e la sua personalit­à rappresent­a bene la musica alternativ­a e il panorama indie, visto a torto come un mondo snob. A lui devo molto perché “Tregua” nacque grazie ai suoi consigli e fu lui ad introdurmi alla Mescal, che con il mio disco pubblicò il numero due del suo catalogo».

Lei invece è forse l’unica cantautric­e che non è andata al Festival di Sanremo…

«In realtà ci ho provato, ma non sono passata. Ma sapevo che non sarebbe stato il mio palco. Troppi riflettori accesi per i miei gusti. Ma non escludo un altro tentativo».

Segue ancora la scena alternativ­a milanese?

«Poco, ormai mi sono ritirata da tempo a Songavazzo, in Valseriana, con mio marito e mio figlio di 8 anni. Anche perché fare la mamma e andare sempre in tour è molto impegnativ­o».

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Mamma rock Cristina Donà vive con il marito e il figlio di 8 anni in Valseriana

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