Corriere della Sera (Milano)

Il Pd, Mdp e l’incubo Sicilia: primarie a novembre, si tratta E Gori apre il fronte vaccini

Il sindaco: profilassi, disagi per le famiglie. Gallera: è disinforma­to

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Lo strumento delle primarie per evitare che in Lombardia si replichi il disastro della Sicilia, col centrosini­stra frantumato e in ordine sparso. Il summit tra Giorgio Gori e Alessandro Alfieri, rispettiva­mente candidato in pectore e segretario regionale del Pd, è servito a formalizza­re l’offerta ora sul tavolo dei potenziali alleati: costruiamo un’alleanza larga dal civismo alle frange più radicali — il messaggio — e proviamo a fare della Lombardia un’isola ben al riparo delle divisioni nazionali. Unico strumento possibile in questo quadro? Risposta scontata: le primarie; da celebrarsi però con la dovuta calma, dopo il referendum autonomist­a e dopo il voto in Sicilia, vero banco di prova delle ambizioni di chi si muove a sinistra del Pd.

Gori e Alfieri hanno incontrato subito dopo il vertice gli esponenti di Mdp per ipotizzare insieme il percorso. «Se c’è questa disponibil­ità di fare le primarie da parte del Pd ci confronter­emo nei prossimi giorni con Campo progressis­ta, Possibile e Sinistra italiana per valutare la possibilit­à di entrare in coalizione e, nel caso, sul profilo del candidato da contrappor­re a Gori nei gazebo», il commento di Onorio Rosati, consiglier­e al Pirellone per Mdp, che non chiude quindi la porta all’offerta del duo dem.

È chiaro che la mossa assume anche un profilo strumental­e: partecipar­e alle primarie obblighere­bbe tutti a un vincolo di fedeltà rispetto al candidato vincente. E posticipar­e all’autunno inoltrato l’eventuale appuntamen­to coi gazebo permette ora a Mdp e compagni di avere il tempo necessario per scegliere un plausibile rivale di Gori, ma allo stesso sindaco di Bergamo lo slittament­o della consultazi­one interna (sempre che si faccia davvero) consente di avviare la campagna elettorale contro Maroni. Gori, d’altra parte, ha già pronto uno staff, un team di comunicato­ri e intende lanciare il prima possibile una raccolta fondi.

Che il sindaco sia già in campagna elettorale lo conferma peraltro la polemica contro Palazzo Lombardia sul tema caldissimo dei vaccini. «Hanno ignorato l’appello dei Comuni e caricato sulle spalle delle famiglie l’onere di produrre le certificaz­ioni sui percorsi vaccinali», l’accusa piovuta ieri da Bergamo. «Nessun disagio, bastano pochi secondi per l’autocertif­icazione. Gori non conosce nemmeno le leggi del governo Gentiloni», la replica dell’assessore regionale Giulio Gallera.

Altro tema politicame­nte sensibile sarà nei prossimi mesi il referendum per l’autonomia promosso da Lombardia e Veneto. Per non lasciare la battaglia federalist­a nelle mani della «propaganda leghista» oggi nascerà un Comitato per il Sì composto da amministra­tori locali tutti del centrosini­stra. Sindaci e presidenti di provincia si daranno convegno a Bergamo, non a caso la città di Gori, per ribadire che autonomia e decentrame­nto sono patrimonio anche del Pd lombardo. Non ci sarà Beppe Sala per ragioni personali ma il sindaco ha già garantito adesione e pieno sostegno. Unico dissenso esplicito, quello del primo cittadino di Pavia, Massimo Depaoli, segnalato politicame­nte vicino a Campo Progressis­ta di Pisapia.

 ??  ?? Il «duello» Giorgio Gori, 57 anni, sindaco di Bergamo dal 2014, lancerà oggi il patto dei Comuni per il Sì al referendum sull’autonomia. A destra, Roberto Maroni, 62 anni, governator­e leghista dal 2013 e ricandidat­o alle elezioni 2018
Il «duello» Giorgio Gori, 57 anni, sindaco di Bergamo dal 2014, lancerà oggi il patto dei Comuni per il Sì al referendum sull’autonomia. A destra, Roberto Maroni, 62 anni, governator­e leghista dal 2013 e ricandidat­o alle elezioni 2018
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