Corriere della Sera (Milano)

«Una sentenza doverosa La didattica resta di qualità»

- Pierpaolo Lio

«Èuna sentenza ovvia e doverosa: era già scritta». Elio Franzini, professore di Estetica e preside della facoltà di Lettere e Filosofia, non è affatto stupito della decisione del Tar del Lazio che ha accolto il ricorso dell’Unione degli Universita­ri contro il numero chiuso alla Statale.

Perché?

«Per due motivi che sono presenti anche nel ricorso. Primo: c’è stata un’evidente violazione delle modalità di approvazio­ne. Secondo: la legge 264 del 1999 dice che l’introduzio­ne del numero programmat­o è legato al numero elevato di studenti in rapporto alla quantità di strutture di laboratori­o e non dei docenti».

Quello dei tanti iscritti non è il caso della Statale?

«Non vorrei si enfatizzas­se il numero. Io sono convinto che, malgrado la propaganda ideologica, non sia affatto vero che siano in aumento vorticoso. Anzi, credo che siano invece in diminuzion­e. Il motivo è che gli stessi studenti si sono iscritti a più di un test, proprio a causa del numero chiuso».

Lei si è subito schierato contro la decisione del Senato accademico. Ma senza uno sbarrament­o all’ingresso non si rischia di intaccare la qualità della didattica?

«È vero, sono contrario, ma non per motivi ideologici. E glielo dimostro subito: anch’io ho votato l’introduzio­ne del numero programmat­o per Lingue, perché lì sì che c’era un problema con i laboratori. Sulla qualità, è tutto da dimostrare che prima non fosse elevata. Anzi, è una posizione che contesto: anche con i grandi numeri, la didattica è sempre stata ottima».

Ha parlato di evidente violazione delle modalità di approvazio­ne. Perché?

«Perché è stato un voto palesement­e irregolare. La mia è una contrariet­à metodologi­ca. C’erano 17 favorevoli e 17 tra contrari e astenuti. Per far passare il provvedime­nto servono 18 voti. Quello decisivo è stato espresso telefonica­mente da una senatrice dal Brasile. Cosa non prevista dal regolament­o del Senato. Inoltre è stata una decisione imposta, non concordata».

In che senso?

«La decisione non è passata dai dipartimen­ti, che non hanno neanche potuto votarla. È stato un provvedime­nto d’autorità, fatto male per di più, che è ancora più grave. Bisognava trovare una soluzione insieme: si può aumentare le docenze o prendere provvedime­nti non coercitivi per limitare la didattica. Ad esempio test orientativ­i obbligator­i ma non selettivi per assestare il numero di studenti e decidere un anno di transizion­e per vedere i risultati. Sarebbe stato doveroso. Mi auguro ora si segua questa strada».

Il dialogo Ignorati i dipartimen­ti. È stato un provvedime­nto d’autorità, fatto male per di più, che è ancora più grave. Serviva una soluzione condivisa

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy