Statale, test sospesi e battaglia legale
Facoltà umanistiche, ammessi con riserva tutti gli iscritti alle selezioni. Il rettore: ricorso d’urgenza
La Statale sospende i test a Filosofia, Lingue, Lettere, Storia, Beni culturali e Geografia: tutti gli iscritti sono stati ammessi alle facoltà «con riserva». La decisione è stata presa dopo l’ordinanza del Tar che boccia l’introduzione del numero programmato. Vago: così è come essere commissariati. L’ateneo fa ricorso: «Se avremo ragione faremo le prove in tempi brevi».
La Statale sospende i test di ammissione a Filosofia, Lettere, Storia, Lingue, Beni culturali e Geografia. La comunicazione arriva in mattinata dall’ateneo, dopo l’ordinanza del Tar del Lazio del 31 agosto che ha accolto il ricorso degli universitari dell’Udu e ha bocciato il numero chiuso che era stato introdotto alla facoltà di Studi Umanistici nel mese di maggio dopo settimane di proteste.
Tutto congelato adesso. Con gli studenti della Statale nel caos. Perché da oggi sono di fatto tutti ammessi con riserva, come è già successo per le matricole di Medicina. Non è escluso però che le prove di ammissione siano soltanto rinviate. Il rettore Gianluca Vago ieri infatti ha annunciato che l’ateneo presenterà subito ricorso al Consiglio di Stato perché venga sospeso il provvedimento del Tar e chiederà una decreto d’urgenza: «Se il responso arriverà in tempi brevi, i test che oggi sono sospesi invece si faranno». «I corsi iniziano fra un mese e basta una settimana per riorganizzare gli esami», hanno spiegato ieri in ateneo.
Intanto gli universitari dell’Udu — che a luglio hanno presentato il ricorso al Tar — ieri hanno chiesto il rimborso della tassa di iscrizione al test. «E anche delle spese sostenute dalle famiglie per prepararsi alla prova fra libri e corsi» ha aggiunto l’avvocato degli universitari, Michele Bonetti.
I test d’ingresso erano in programma da lunedì fino al 14 settembre per i sei corsi oggetto dell’ordinanza del Tribunale amministrativo laziale. Ed erano arrivate oltre 5 mila domande per i 3.250 posti disponibili, il tetto fissato dall’ateneo dopo il sì del Senato accademico, che il 23 maggio aveva votato a favore dello sbarramento anche se soltanto per una preferenza. «Questi studenti sono tutti ammessi adesso e con il test sospeso potrebbero riaprire i termini per le iscrizioni», dice il prorettore alla didattica Giuseppe De Luca. E sottolinea ancora che il numero programmato «bocciato dal Tar perché la carenza di docenti non basterebbe a giustificarlo è però necessario per garantire la qualità della formazione». «E nessuno sarebbe rimasto escluso — spiega il prorettore — Il 15 per cento delle domande di iscrizione ai corsi umanistici sono multiple, di studenti che si iscrivono a più corsi. Poi non tutti i candidati si presentano alla prove e non tutti si immatricolano. Sarebbero entrati tutti e non avremmo avuto corsi con centinaia di studenti».
Per adesso lo sbarramento è saltato. Accesso libero come l’anno scorso. «Con il paradosso che il Tar ha sospeso il test anche a Lingue e in questo ca-
so era arrivata dal dipartimento la richiesta di filtrare gli ingressi, non era stata una scelta imposta dall’ateneo», ha spiegato il rettore Gianluca Vago. Quest’anno per i 650 posti disponibili alla facoltà di Lingue sono arrivate 1.165 domande. Ad oggi possono iscriversi tutti. «E Lingue come Storia è uno dei corsi che aveva mostrato criticità nella valutazione dell’Anvur per il numero dei docenti, per gli abbandoni. Il numero programmato avrebbe garantito un innalzamento della qualità», aggiunge il rettore.
Resta il problema dei corsi «fuorilegge», secondo i vertici dell’ateneo, perché senza filtro con tanti iscritti e un numero insufficiente di docenti il ministero non li accredita. «In questo caso l’università deve chiudere il corso — spiega ancora Vago — altrimenti non arriva l’autorizzazione ad aprirne di nuovi e quattro dipartimenti erano già pronti con le loro proposte. La ricaduta è su tutto l’ateneo».
Lunedì potrebbe essere il giorno della presentazione del ricorso al Consiglio di Stato. L’Udu ha chiesto al rettore di rinunciare. «I test d’ingresso vanno sospesi — è la richiesta degli universitari —. E non soltanto quelli di studi umanistici. E alla Statale come in altri atenei italiani».