Vigili di quartiere, scatta il piano operativo: prime ronde e 27 pattuglie entro fine mese
In due anni altre dieci centrali mobili operative
Torneranno in servizio da lunedì, dopo la pausa d’agosto, i vigili di quartiere ed entro la fine di settembre le pattuglie saranno operative in 27 zone. Due anni di tempo, invece, per l’arrivo di altri 10 comandi mobili, le centrali operative su quattro ruote con telecamere e monitor collegate alla sede centrale, che si andranno a sommare alle due già attive a San Siro e al Corvetto. Da ieri intanto è ufficiale: Marco Ciacci è il nuovo comandante dei «ghisa».
Dopo la pausa d’agosto, lunedì torneranno in servizio i vigili di quartiere nei punti più caldi delle nove zone della città, ed entro la fine di settembre le pattuglie della polizia locale, in bici e a piedi, saranno operative in 27 quartieri. Due anni di tempo, invece, per l’arrivo di altri 10 comandi mobili, le centrali operative su quattro ruote con telecamere e monitor collegate alla sede centrale, che si andranno a sommare alle due già attive a San Siro e al Corvetto.
L’evoluzione della figura del vecchio «ghisa» andrà di pari passo con la rivoluzione al vertice del corpo. Da ieri la nomina è ufficiale: Marco Ciacci, non a caso un poliziotto, è il nuovo comandante dei vigili milanesi e s’insedierà in piazza Beccaria già da lunedì. Nato a Bolzano, quarantasei anni, laurea in giurisprudenza, Ciacci è dirigente del commissariato Mecenate della questura ed è stato responsabile della sezione di polizia giudiziaria presso la procura. Il nuovo comandante dei vigili è entrato in polizia nel 1989, è a Milano da 1995, e qui, tra le tante cose, ha ideato una sezione specializzata nei reati a danno degli anziani. Guadagnerà 137 mila euro (lordi) all’anno, in linea con lo stipendio dei suoi più recenti predecessori. «Parla perfettamente l’inglese — racconta una nota del Comune — e ha cooperato con tutte le forze di polizia, agenzia delle dogane e Banca d’Italia, e, a livello internazionale, con le autorità giudiziarie e le polizie di numerosi Paesi». Ciacci incontrerà nelle prossime ore sindaco e assessori: fino a quel momento bocca cucita con tutti. Anche perché il passaggio di testimone col predecessore, Antonio Barbato, sollevato dall’incarico a inizio agosto, non è stato affatto indolore. Barbato era rimasto al centro delle polemiche dopo essere stato intercettato (senza mai essere indagato) nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia sugli affari al Nord di una serie di società legate a un clan siciliano. La decisione del Comune era arrivata dopo il parere molto duro espresso da Gherardo Colombo, ex membro del pool di magistrati di Mani Pulite e ora presidente del Comitato per la legalità del Comune.
Qualche settimana fa Barbato è stato «ricollocato» in Amat, l’agenzia che affianca l’amministrazione nella gestione della mobilità e dell’ambiente (e dove percepirà un compenso intorno ai 100 mila euro). Ora la partita della successione può dirsi ufficialmente conclusa e l’assessore alla Sicurezza di Palazzo Marino, Carmela Rozza, dichiararsi legittimamente soddisfatta: «Il cambio della guardia al comando non cambierà però le linee-guida di fondo della nostra polizia locale, che, lo ripeto sempre, è di gran lunga la migliore d’Italia». Non si metteranno in discussione, per capirsi, gli indirizzi della riorganizzazione interna e gli accordi locali già in essere: «Semplicemente si dovrà andare nelle direzione già tracciata della valorizzazione dei vigili di quartiere e del legame sempre più stretto con i cittadini e con le loro domande».
I vigili nei quartieri, appunto. «La sperimentazione avviata a luglio nelle nove zone della città ha prodotto ottimi risultati», assicura Rozza: «Sia per i cittadini che per gli stessi agenti impiegati». Confermata quindi, entro la fine del mese, l’estensione del servizio con l’impiego di trecento vigili, in bici o a piedi, in giro per 27 quartieri. Gli orari: dalle 7.30 del mattino alle 8 di sera, su due turni.
Vigili nei quartieri e comandi mobili in ogni municipio (e per quelli più difficili anche più di uno). L’obiettivo è di arrivare a quota 12, dopo l’avvio nelle periferie-simbolo di San Siro e Corvetto. Entro due anni la rivoluzione dei «ghisa» sarà compiuta.