Corriere della Sera (Milano)

La kermesse

La Gustav Mahler Jugendorch­ester inaugura il festival MiTo alla Scala: l’elogio del ‘900 (fatto dai giovani)

- di Enrico Parola

Anche i musicisti tengono in camera i poster dei loro idoli: di solito i colleghi più illustri, tra i compositor­i Mozart e Beethoven, la silhouette di Brahms o i più arditi Stravinski­j. Ingo Metzmacher ha quello di Luigi Nono, «il più grande, ha trovato le sue radici nella musica rinascimen­tale e medievale, non s’è interessat­o molto a classici e romantici». Un particolar­e che spiega molto dell’indole artistica di questo direttore tedesco che domani inaugurerà MiTo portando alla Scala la Gustav Mahler Jugendorch­ester. «La contempora­nea è la musica del nostro tempo e non trovo nessun secolo più interessan­te del Ventesimo: c’è stata un’esplosione di stili, linguaggi, visioni». Il secolo di Gershwin e Ravel, gli autori che presenta domani assieme alla prima esecuzione italiana di «This Midnight Hour» di Anna Clyne. Il Concerto in Fa, dove la classica si tinge di jazz: «Di solito le orchestre classiche non sono a loro agio con questo repertorio, ma i musicisti della Mahler sono flessibili e aperti, hanno rapidament­e assorbito lo stile e il lessico di Gershwin».

Proprio questa apertura è una delle caratteris­tiche principali «della miglior orchestra giovanile al mondo», come l’ha definita il direttore artistico di MiTo Nicola Campogrand­e: non a caso l’ha scelta per inaugurare rassegna, affidata prima di loro a corazzate come la London Symphony, San Pietroburg­o, la Budapest Festival Orchestra e la Filarmonic­a della Scala. «Un grande onore, ovviamente: è il coronament­o del tour con cui stiamo festeggian­do i trent’anni dalla fondazione ad opera di Claudio Abbado. Siamo stati a Bolzano, al Festival di Salisburgo, al Concertge- bouw di Amsterdam, domani (oggi ndr) alla Semperoper di Dresda. Ma l’unico gap tra la Mahler e le orchestre “adulte” è l’esperienza: qui i 112 strumentis­ti hanno tra i 18 e i 26 anni, per il resto l’età porta solo vantaggi: i giovani non sono standardiz­zati su un solo modo di pensare e suonare, sono aperti, hanno entusiasmo».

Ad esempio, per spiegare il «Daphnis et Chloé» che chiu- de il programma Metzmacher sottolinea come «Ravel abbia la fluidità di un acquerello senza però perdere il nitore dei particolar­i, che sono tantissimi. Mi impression­a come questi giovani cerchino il suono che meglio traduca questa immagine». Un altro aspetto che stupisce il maestro è «la capacità della Mahler di conservare un proprio suono e una propria anima anche se l’organico viene pe- riodicamen­te rinnovato. La dirigo dal 2003, abbiamo realizzato tanti progetti e tante tournée assieme e mi sono sempre trovato davanti a un suono che riecheggia ancora la lezione di Abbado: voleva che i musicisti si ascoltasse­ro come se stessero facendo musica da camera, cercava un suono “impegnato” e al contempo naturale». La natura è il tema di MiTo e «Nel regno della natura» è il brano che completa la serata: «Dvorak si fa ispirare nel profondo dalla natura: non si limita a descriverl­a, ma sviluppa una concezione filosofica del creato e in questo si avvicina a Mahler».

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 ??  ?? Elogio del Novecento La Mahler Jugendorch­ester con il direttore Ingo Metzmacher. «Non trovo nessun secolo più interessan­te del ventesimo: un’esplosione di stili e linguaggi»
Elogio del Novecento La Mahler Jugendorch­ester con il direttore Ingo Metzmacher. «Non trovo nessun secolo più interessan­te del ventesimo: un’esplosione di stili e linguaggi»
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Solista Il pianista francese Jean-Ives Thibaudet

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